SAN BASILIO –Dagli scontri fisici a quelli verbali. Sulla Tap il dibattito resta aperto. Ed è assai rovente. Oggi si confrontano due posizioni diametralmente opposte: la Polizia che accusa il movimento No tap di aver compiuto atti vandalici nella zona rossa, gli attivisti che replicano a muso duro alle forze dell’ordine per aver “militarizzato” l’area, adducendo motivi di “sicurezza e ordine pubblico”. Una notte un po’ agitata e una giornata convulsa quella che si è consumata attorno alla vicenda del gasdotto. Caustico il resoconto della Polizia di Stato:“Nella decorsa notte, sono stati avviati i lavori di cantierizzazione dell’area di San Basilio, per la realizzazione del Microtunnel del Gasdotto Tap. All’atto dell’accesso nella zona di San Basilio delle maestranze e delle Forze di Polizia, si è avuto modo di constatare come tutta l’area fosse stata vandalizzata: quasi tutti i muretti a secco, peraltro notoriamente sottoposti a vincolo paesaggistico, adiacenti alle strade interpoderali, fossero stati distrutti da appartenenti al Movimento No Tap, al fine di realizzare barricate ed ostacoli per impedire il transito dei mezzi di cantiere, unitamente ad un bagno chimico collocato nelle adiacenze del presidio No Tap”. Nel video della Polizia l’operazione portata a termine nelle scorse ore.
C’è una ordinanza firmata domenica 12 novembre dal prefetto di Lecce, Claudio Palomba, con la quale viene vietato il transito e anche lo stanziamento delle aree circostanti al cantiere Tap e delle vie comunali e interpoderali intorno per 30 giorni. Interdetta alle auto fino a martedì 14 novembre anche la strada provinciale che da Melendugno conduce a San Foca.
Polemico l’intervento di Gianluca Maggiore, portavoce di No Tap: “Il Presidio e la zona rossa lo abbiamo dovuto abbandonare: è forse questo il messaggio più brutto, quello che non avremmo mai voluto darvi, il Presidio, “sentinella della libertà” è scoperto, abbandonato, per la prima volta dopo 8 mesi di resistenza senza tregua. Questo a causa di un’ordinanza prefettizia che nega l’accesso in tutta la zona limitrofa all’area cantiere. La Multinazionale è diventata proprietaria del territorio e ne dispone a suo piacimento. Questa notte una ventina di persone sono state sequestrate all’interno del Presidio di San Basilio, nessuno poteva uscire dalla campagna di proprietà privata, né tanto meno accedere nella “zona rossa” dichiarata per un mese off-limits. Una ragazza è stata colpita da una crisi allergica e ha dovuto attendere per lungo tempo il permesso di uscire dall’area, dopo essere stata identificata insieme ai suoi accompagnatori ed in seguito scortata fino al pronto soccorso, per assicurarsi della veridicità del suo malore. “Siamo in guerra?” si chiede un cittadino, dopo aver appreso dell’ordinanza prefettizia. Sì, forse siamo proprio in guerra, la guerra di uno Stato contro il suo popolo, in nome del malaffare”.
Parole dure che non fanno altro che appesantire un clima velenoso. Dalla Questura di Lecce fanno sapere che una volta rimossi gli “ostacoli con mezzi meccanici e dopo l‘ingresso nell’area di cantiere, è stata completata la collocazione delle torri faro ed è stato avviato il trasporto dei materiali necessari per la posa in opera della recinzione. Tutto si è svolto senza particolari criticità, nonostante la presenza di un numero imprecisato di attivisti dispersi nella boscaglia, che si sono mantenuti a distanza senza entrare in contatto con le Forze dell’Ordine, anche per la disposizione strategica delle Forze di Polizia impiegate al fine di assicurare la necessaria di sicurezza alle attività di trasporto sia dei materiali che delle maestranze”.
I lavori a San Basilio proseguiranno nei prossimi giorni.
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