I soliti banchi del centrodestra desolatamente vuoti, il clima politico che si surriscalda con il passare dei giorni. L’attesa per il d-day, giovedì 9 novembre, giorno in cui è previsto il pronunciamento del Consiglio di Stato sul cosiddetto premio di maggioranza, lascia spazio a veleni e stilettate a Palazzo Carafa.
Il sindaco Salvemini sculaccia gli scolaretti del centrodestra rei, a suo dire, di aver disertato l’aula adducendo motivazioni risibili: “Il livello di decoro, rispetto e deontologia del proprio ruolo non può essere calpestato. O ci si assume la responsabilità piena di voler disertare la seduta dell’assise o è inutile mandare le giustificazioni come studenti a scuola”. Una risposta a muso duro alla caustica missiva letta in aula dal consigliere Alberto Russi con la quale il centrodestra spiegava le ragioni della mancata presenza ai lavori del Consiglio: “È evidente che è in corso un tentativo dilatorio degli effetti delle decisioni del Consiglio di Stato, dimostrato anche dalla mancata impugnazione delle sentenze del Tar e dalla mancata presentazione dei motivi aggiunti. Questo Consiglio, peraltro, è inutile perché all’ordine del giorno non ci sono urgenze o scadenze. Ma è solo il tentativo di discutere, forti ancora dei numeri dell’aula, delle mozioni del centrodestra su argomenti rilevanti e cari a Salvemini. Insomma, un atto di sfrontatezza, una provocazione che non possiamo accettare. Una scelta quella di non partecipare che non è incoerente con quella di partecipare viceversa alle Commissioni, nelle quali com’è noto vengono discussi gli atti preparatori al Consiglio e vengono forniti pareri non vincolanti”.
Il muro contro muro continua. Per fortuna il 9 novembre dietro l’angolo. L’auspicio è che dalla settimana entrante questo triste balletto politico cessi una volta per tutte.
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E gli “studenti” del centrodestra portano la giustifica al “preside” Salvemini
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