Un cartello omofobo per indicare il bagno “giusto” nell’agriturismo Le Camporelle di Cavallino. E’ quanto denunciato dall’associazione Lèa – Liberamente e Apertamente.
I gestori del locale hanno subito replicato:”Nessuna discriminazione, il cartello è sopra le porte dalla precedente gestione ma è sempre stato coperto e non abbiamo mai pensato di toglierlo perché non si vedeva”.
Le fotografie del cartello incriminato, mostrano una sagoma maschile azzurra, una sagoma femminile rosa, ed una metà maschile e metà femminile; un’ opera decisamente di dubbio gusto che, in ogni caso, non sarebbe dovuta essere mai appesa.
Chiara la richiesta espressa da Lèa “Chiediamo ai gestori della Tenuta Le Camporelle di eliminare immediatamente quel cartello dai bagni del locale e di scusarsi con tutta la comunità LGBTQI e non.”
Forte la reazione della proprietà de Le Camporelle, che non intende passare per omofoba: “Qualcuno si è divertito ad arrampicarsi fino a quell’altezza e sbirciare sotto la copertura, fotografando poi il cartello così com’era quindici anni fa – spiega la proprietaria -. Per noi è sempre stato un pezzo di muro disegnato e null’altro, anche perché i bagni per i clienti sono due, uno per portatori di handicap con porta più grande e l’altro per uomini e donne. Non ci sarebbe stata nemmeno la possibilità architettonica di mettere un cartello del genere. Probabilmente abbiamo fatto male a non toglierlo, ma ribadisco che fino a qualche giorno fa non è mai stato visibile”.
Forte la reazione della proprietà de Le Camporelle, che non intende passare per omofoba: “Qualcuno si è divertito ad arrampicarsi fino a quell’altezza e sbirciare sotto la copertura, fotografando poi il cartello così com’era quindici anni fa – spiega la proprietaria -. Per noi è sempre stato un pezzo di muro disegnato e null’altro, anche perché i bagni per i clienti sono due, uno per portatori di handicap con porta più grande e l’altro per uomini e donne. Non ci sarebbe stata nemmeno la possibilità architettonica di mettere un cartello del genere. Probabilmente abbiamo fatto male a non toglierlo, ma ribadisco che fino a qualche giorno fa non è mai stato visibile”.
Il “tribunale mediatico” però si è già messo in moto: tante le mail, le telefonate, i commenti sprezzanti sui social rivolti all’agriturismo, che resta chiuso nel riserbo e nella convinzione della propria buona fede.
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