di Fabio A. Grasso
E’ da qualche giorno che nella stazione ferroviaria di Lecce sono cominciati i lavori di riammodernamento di alcune banchine con rifacimento anche di parte dei binari. Tutti questi interventi naturalmente sono i ben venuti a patto però che essi avvengano nel rispetto del passato e di ciò che la storia, in questo caso ferroviaria, ci ha consegnato.
E’ proprio partendo da presupposto della tutela che colpisce vedere come la vecchia grande fontana metallica, un tempo usata per rifornire di acqua le locomotive, sia stata scaraventata a terra tanto da distruggerne addirittura una sua parte. Il pezzo, benché di serie, interessante sia per la fattura oltre che per l’uso oramai decaduto, merita di essere conservato (nel vicino museo ferroviario ad esempio?) se non addirittura rimesso in situ a lavori ultimati. Questa vicenda di degrado, abbandono e mancata tutela pone però un altro problema ben più ampio. Le stazioni locali di tutto il Salento, e facciamo riferimento a quelle delle Ferrovie del Sud-Est, custodiscono ancora un interessante patrimonio di oggetti metallici risalente in alcuni casi agli inizi del Novecento. Fra questi segnaliamo le pensiline così come le fontane (un caso del genere è nella stazione di Nardò Centrale). Questo patrimonio, ci chiediamo, è stato catalogato, fotografato dalla locale soprintendenza? E poi ancora sempre la stessa soprintendenza è al corrente dei lavori che sono in corso nella stazione leccese?
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