Cristina Panarese, originaria di Maglie, è la giovane vincitrice di un prestigioso concorso nazionale intitolato “Il ventaglio del presidente” bandito annualmente dall’Accademia di Belle Arti di Roma. Il presidente è quello della Repubblica, Sergio Mattarella, ed infatti nei giorni scorsi c’è stata la consegna del “ventaglio” al palazzo del Quirinale. Il lavoro in tutte le sue fasi di progettazione e realizzazione è stato seguito dalla professoressa Grazia Tagliente di cui Cristina Panarese è studentessa presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce.
Tre i vincitori. Al primo posto si è classificata proprio Cristina Panarese ed il suo ventaglio è andato alla Presidenza della Repubblica; alla Presidenza del Senato è andato il ventaglio del secondo classificato; il terzo ventaglio è andato infine alla Presidenza della Camera dei Deputati.
Il titolo dell’opera andata al presidente Sergio Mattarella, scelto dalla stessa artista, è “Lavoro Valore Dignità”. Il tema del “ventaglio”, quello del lavoro, di una attualità profonda e sincera, è stato trattato da Cristina Panarese con estrema originalità a partire dalla scelta dei materiali: plastica, foglia oro, legno, alluminio in una combinazione altrettanto singolare e simbolica. Tutto rinvia infatti al lavoro, quello più duro, più pericoloso dei cantieri edilizi, quello cioè di cui tv e pagine dei giornali sempre più spesso sono piene e nei termini della tragedia.
“Nella realizzazione del ventaglio – afferma la studentessa vincitrice del concorso nazionale – ho usato una semplice rete di plastica, di quelle arancioni a maglia abbastanza fitta usata in tutti i cantieri edili. Quest’ultima è stata intelaiata su un supporto di centimetri 50 per 70. Dopo aver ben steso la rete su quest’ultima è stata applicata la doratura; una volta asciugata la missione ad acqua per stendere la foglia oro e rifinito il tutto con lo spolvero per togliere i residui della foglia ho ritagliato dalla forma iniziale rettangolare quella finale del ventaglio. Stesso procedimento si è seguito per una seconda rete, sempre da cantiere ma senza doratura, che è stata sottoposta alla prima distanziandosene però di circa un centimetro che è pari allo spessore del telaio. Ciò, in particolare, è stato necessario per dare un senso di profondità al ventaglio stesso. Guardando infatti la prima rete dorata attraverso le sue aperture si intravedono le croci arancioni appartenenti alla seconda”.
In questo contrasto fra materiali quotidiani e poveri ed altri più nobili come la foglia oro ogni scelta è stata calibrata e puntualmente simbolica. “La foglia d’oro usata -continua Cristina Panarese – non è quella classica ma il tipo variegato rosso. La scelta non è casuale. Essa rimanda infatti al lavoro duro e sofferente, quello cioè fatto anche con il rosso del sangue delle morti. Lo stesso telaio infine ha un significato. Esso è realizzato con una striscia di alluminio che circonda interamente la forma del ventaglio, il sottotelaio è invece in balsa; una parte in legno infine è stata necessaria per inchiodarci la doppia rete. Tutto, anche le parti meno artisticamente appariscenti, rimanda quindi alla costruzione, al saper fare manuale”.
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