Un corteo fatto di bambini e ragazzi, dai 6 ai 14 anni, tutti insieme, magliette bianche e striscioni in altro, realizzati e colorati da loro. Sono i loro cento passi per la legalità, che simbolicamente hanno percorso insieme a Cataldo Motta, capofila accanto al sindaco di Lizzanello Fulvio Pedone, e agli altri presenti, per arrivare in piazza Maria SS Assunta, dove la targa “Via Peppino Impastato” li attendeva per campeggiare durante il loro dibattitto sulla legalità. La targa è la stessa che poi sarebbe stata affissa da lì a breve proprio presso via della scuola secondaria di primo grado di Merine di Lizzanello, là da dove il corteo è partito.
Arrivati in piazza, ha preso vita un incontro dibattito con i presenti, studenti, professori, genitori, nonni, insieme a Giovanni Impastato, fratello di Peppino, e autore del libro “Oltre i cento passi”.
“Sono grandi emozioni queste – ha detto Giovanni Impastato – emozioni che restano nella storia di una comunità e della sua memoria. Ribadire l’importanza della memoria è indispensabile, uso una frase che non è mia – ha aggiunto – “un paese senza memoria non può avere un futuro”. Noi dobbiamo perciò costruire il futuro sulla memoria e dobbiamo lottare contro chi tenta di appiattire tutto e farcela dimenticare.
Presenti anche i magistrati Maurizio Saso, gip del Tribunale di Brindisi e presidente della giunta distrettuale dell’Anm; Imerio Tramis, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei Minori e Antonio Negro; sostituto procuratore di Lecce. Presente anche Cataldo Motta, il quale ha rivolto ai ragazzi, ma anche ai professori e ai genitori, un messaggio chiaro:
“Gli italiani, più di altri popoli – ha dichiarato Cataldo Motta – hanno la memoria corta ed invece è necessario ricordare. Io ho notato questa necessità, proprio nelle scuole, anche se, affinché non si dimentichi, è importante che i ragazzi incontrino persone con una conoscenza qualificata, come quella di chi è intervenuto direttamente nelle dinamiche. È importante questo per evitare che ciò che è stato cada nell’oblio, perché il rischio che ciò avvenga c’è”.
Altre quattro strade a Merine di Lizzanello saranno intitolate alle vittime della mafia, lo ha annunciato il sindaco di Lizzanello Fulvio Pedone. Ci saranno: via Giovanni Falcone; via Francesca Morvillo, via Paolo Borsellino e via Antonio Montinaro, l’assistente di polizia di Calimera, capo della scorta di Falcone, vittima nella strage di Capaci.
“Ci sono diverse strade che hanno bisogno di un nome a Merine, da diverso tempo – ha detto il sindaco Fulvio Pedone – intitolare queste strade alle vittime della mafia mi è sembrato doveroso, è un modo per dare immortalità a queste persone e, al contempo, intitolare a Peppino Impastato proprio la strada della scuola ci è sembrato un messaggio importante per i ragazzi, perché persone come Peppino Impastato hanno consegnato al Paese il vero senso della vita e di come questa va vissuta affinché resti un esempio per tutti”.
Presenti anche il magistrato Michele Toriello, il comandante del Reparto Operativo Provinciale dei Carabinieri Luca Scuzzarella, il tenente colonnello Saverio Lombardi e la signora Montinaro, madre di Antonio.
L’iniziativa dell’assessore ai Servizi Sociali Noemi Calogiuri è stata accolta dal dirigente scolastico Andrea Valerini con sensibilità e disponibilità: “Crediamo che queste iniziative non solo siano utili, ma siano indispensabili per la crescita emotiva e per promuovere i concetti di onestà, dignità e rispetto nei nostri studenti – ha sottolineato Valerini – La scuola non deve solo insegnare, deve prima di tutto educare. Lavoriamo per questo, per i nostri ragazzi che sono il nostro futuro”.
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