Di Giovanna Ciracì
È scomparso venerdì 7 aprile scorso, presso l’ospedale ‘Hospice’ di San Cesario (Le), all’età di 86 anni, Dino Manzo, per anni titolare della nota merceria ‘Casa del Bottone’ a Lecce, una delle attività diventate quasi un’istituzione per gli abitanti del capoluogo salentino. Non un negozio qualsiasi, ma un vero e proprio riferimento per i leccesi, sito in Piazza S. Oronzo, nei pressi del rinomato ‘Caffè Alvino’. Sempre affiancato dalla elegante e devota moglie Fidelia Buttazzo, Dino era conosciuto per il suo sorriso, i suoi modi sempre affabili e gentili, ma soprattutto per la sua professionalità per la quale era fortemente ben voluto da quelli che egli considerava molto di più che semplici clienti.
I funerali si sono tenuti sabato 8 aprile nella Chiesa di San Matteo, gremita di gente pronta, insieme ai figli Antonio, conosciuto nel campo culturale locale, Chiara e Conchita e agli altri familiari, a dare l‘ultimo saluto a uno dei personaggi più stimati della comunità leccese. Un uomo dalla tempra forte e carismatico, dolce e composto allo stesso tempo, che fino alla fine ha lottato contro una grave malattia che ha saputo ben affrontare con la forza d’animo che lo caratterizzava. Oltre al titolo di ‘Nobilis Homo’, Dino, proprio grazie alla sua grande passione per il lavoro, aveva ottenuto nel 2015 l’onorificenza di “Maestro del Commercio” insieme ad altri 31 tra i più importanti imprenditori salentini premiati dalla Camera di Commercio e Confcommercio di Lecce per “una vita dedicata al lavoro imprenditoriale e al contributo importante dato alla crescita economica del nostro territorio.”
Dino era inoltre nipote di Giuseppe, conosciuto anche come “Don Pippi”, uno dei capostipiti della nobile arte della cartapesta, ricordato ancora oggi per la sua importanza nell’ambito non solo artistico, ma anche sociale, e al quale la città di Lecce ha già intitolato una delle vie principali del centro. Dino non era solo il nipote prediletto di colui che viene considerato ‘il maestro cartapestaio per eccellenza’, ma era anche il custode dell’arte stessa del nonno, di tutti i lavori, le statue, i documenti che egli conservava gelosamente e con estrema cura. Da sempre Dino si adoperava per tenere viva la memoria del suo antenato, raccontando a chiunque glielo chiedesse ogni dettaglio della sua storia e della sua maestria. Negli ultimi due anni aveva ricevuto sia da parte della città di Taranto che da quella di Francavilla Fontana, luoghi dove si trovano le famose statue rappresentanti ‘I misteri’ della Passione di Cristo realizzate proprio da Giuseppe Manzo, una targa commemorativa della figura del suo celebre nonno. Nonostante gli affanni fisici, quest’anno era già pronto insieme al figlio Antonio, a celebrare, attraverso manifestazioni culturali di rilievo, l’anniversario della nascita di Don Pippi. Non ce l’ha fatta Dino a realizzare il suo desiderio, ma di certo il suo nome e quello del suo amato nonno saranno uniti e resteranno nella memoria collettiva leccese.
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