Vade retro Tap: la Commissione urbanistica si oppone al metanodotto
Lecce – La commissione urbanistica, riunitasi questa mattina, ha votato a maggioranza, confermando il parere urbanistico sfavorevole fatto proprio dalla proposta di delibera relativa alla compatibilità del metanodotto “Interconnessione TAP” che interessa il territorio del Comune di Lecce. La delibera approderà in consiglio comunale venerdì prossimo, per esprimere il parere alla Conferenza di Servizi promossa nei prossimi giorni a Roma dal Ministero dello Sviluppo Economico.
Su oltre 55 chilometri di tracciato necessario a collegare l’approdo del metanodotto TAP a San Foca con Brindisi e che attraversa oltre a Melendugno, i comuni di Vernole, Castri’, Lizzanello, Surbo, San Pietro Vernotico e Torchiarolo, il territorio di Lecce risulta quello maggiormente interessato dall’attraversamento del metanodotto stesso, per complessivi 22 chilometri. Rispetto ai circa 2.200.000 metri quadri di suolo interessato dall’intero tracciato, circa 900 mila interessano Lecce.
“Oggi l’Amministrazione con questa delibera – dichiara l’assessore all’Urbanistica Rita Miglietta – ricostruisce un iter lungo e complesso che riguarda un’opera che agisce in modo rilevante sul nostro territorio coinvolgendolo in tutto il suo versante orientale e incidendo nelle relazioni tra la città e la sua costa. In un lungo arco temporale che, a partire dal 2015, ha riguardato l’iter procedimentale del metanodotto, mai l’Amministrazione fino ad oggi ha ritenuto di dover esprimere osservazioni e pareri, nonostante ripetute trasmissioni del progetto. Una rinuncia grave al dovere che un’Amministrazione ha di esprimersi in merito ad un’opera di rilevante importanza e impatto. La parte del nostro territorio interessata dall’attraversamento del metanodotto SNAM è caratterizzata da un contesto ad alta valenza ambientale e paesaggistica. Nel nostro territorio è previsto l’espianto e reimpianto di 3.200 alberi d’ulivo nella fascia di 40 mt necessaria a realizzare il metanodotto; Come riscontrato dal parere contrario del MIBACT, il rischio, reale, di mancato attecchimento degli alberi reimpiantati inciderebbe con un forte depauperamento dell’identità consolidata del nostro paesaggio, in larga misura tipizzato a parco agricolo, mettendo a rischio l’equilibrio tra le numerose aree naturali presenti e le aree rurali olivetate”.
“Non possiamo accettare che un territorio già martoriato come il nostro – dichiara il presidente della Commissione Urbanistica, Massimo Fragola – venga vessato da ulteriori opere a forte impatto ambientale, soprattutto se imposte alla cittadinanza senza dialogo e confronto. Oggi ci troviamo a pagare le conseguenze dell’ignavia della precedente amministrazione comunale che ha agito da Ponzio Pilato rispetto alle richieste di parere giunte dal Ministero e al tempo stesso della giunta regionale Vendola che ha voluto fortemente l’opera: entrambe non sono state in grado di intervenire sulla vicenda”.
Qualora il Ministero decidesse di procedere comunque alla realizzazione dell’opera, nella proposta di delibera l’Amministrazione chiede l’istituzione di specifiche misure di ristoro ambientale e paesaggistico e l’istituzione di un tavolo tecnico collegiale, coordinato dalla Regione Puglia, con funzioni di controllo e monitoraggio di tutte le fasi successive alla Conferenza di Servizi che si terrà a Roma il prossimo 17 ottobre.