Sorpresa Ciancio, “vecchio” Lepore e gran Doumbia
Il Lecce rientra da Pagani con più sorrisi di quanto possa dire il punteggio finale di 1 a 1. Le note positive sono state sicuramente maggiori rispetto a quelle negative perché la squadra di Rizzo ha saputo riprendersi dopo un primo tempo sottotono e a pareggiare pur avendo un uomo in meno. Inoltre gli schemi sono apparsi subito differenti dalla passata gestione Padalino con una ricerca maggiore di verticalizzazioni e sovrapposizioni sulle corsie esterne. Rizzo ha ancora molto da lavorare, ma i suoi ragazzi gli stanno dando ascolto già in questi primi giorni. Questi sono ottimi segnali in vista dei playoff.
I più:
Doumbia: Lo splendido gol all’incrocio dei pali fa in modo che il franco-maliano sia da considerarsi tra i migliori della settimana. Dopo la pausa forzata di domenica scorsa per infortunio, ha giocato una gara meno brillante di altre, ma ha mostrato sempre lucidità nelle manovre offensive oltre ad essersi messo a disposizione del gruppo nelle coperture quando la squadra è rimasta in dieci uomini.
Ciancio: Ottima prova da centrale dell’ex Cosenza, che dimostra una duttilità tattica come pochi. Anche dopo l’espulsione di Drudi, non perde la testa, anzi rimane ordinato nella linea a quattro e compie alcuni interventi importanti a difesa del pareggio.
Lepore: Il capitano giallorosso parte terzino, ma quando la squadra resta in dieci, sopperisce con la sua forza atletica all’assenza di un’ala e così dalle tribune in pochi si accorgono dell’inferiorità numerica. Motorino instancabile sulla destra, potrà essere l’arma in più nei playoff soprattutto se con Rizzo ritorneremo a vedere le giuste sovrapposizioni tra esterni.
I meno:
Drudi: Pomeriggio da dimenticare per il centrale giallorosso che commette il fallo ingenuo, che porta alla pericolosa punizione dal limite del conseguente vantaggio dei padroni di casa, e poi ad altre ingenuità grossolane. L’ultima lo costringe ad abbandonare il terreno di gioco e a saltare la prossima gara in casa contro l’Andria.
Costa Ferreira: Il portoghese sembra quello meno abituato alle verticalizzazioni chieste da Rizzo. Il suo gioco è più indirizzato al dialogo con passaggi corti e smarcamento, ma siamo certi che la sua intelligenza nella zona nevralgica del campo lo porterà presto ad adattarsi alle nuove direttive.
Marconi: Probabilmente la più brutta prova dell’attaccante ex Alessandria da quando veste giallorosso. Non riesce quasi mai a far salire la squadra e sembra sempre troppo macchinoso per impensierire la difesa della Paganese. Quando lo sostituisce Caturano, i piani d’attacco del Lecce mutano sensibilmente in meglio.