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Poli Bortone: “Questa Amministrazione sta creando povertà”

“Cacciare tutti. Tutti sul lastrico. Cacciamo il consorzio di immigrati dal mercato delle etnie.  I verbi integrare, partecipare, accogliere, sono stati coniugati da Salvemini solo in campagna elettorale. Oggi lui e la sua maggioranza compatta, coniugando altri verbi: cacciare, buttare per strada, far perdere il lavoro, creare disparità di trattamento. Cacciare le associazioni da piazzetta Balsamo, cacciare il custode dalla villa comunale, cacciare gli immigrati dal mercatino delle etnie. Hanno provato persino a cacciare i balneari. E’ questo il comportamento “solidale” del sindaco Salvemini che probabilmente  non si è accorto che la crisi e la pandemia hanno messo in ginocchio l’economia e danneggiato soprattutto i più deboli.

La vicenda della epurazione dal mercato delle etnie è emblematica di un sentire molto, ma molto lontano, da accoglienza , integrazione, solidarietà, attenzione ai deboli. Sensibilità sociale pari a zero. Un’ordinanza di sgombero con contestuale, immediato, divieto di ogni ulteriore attività è un provvedimento degno di regimi autoritari che in un’Italia del terzo millennio non dovrebbero trovare spazio. Da un giorno all’altro 30 famiglie sono state buttate sul lastrico per un diktat di un sindaco che in campagna elettorale si era mostrato con la veste dell’integrazione e dell’accoglienza. Una Amministrazione che come cultura politica dice di ispirarsi al valore della parità di diritti, determina invece una disparità di trattamento tra un consorzio di 30 immigrati che hanno lavorato e mantenuto degnamente una struttura comunale e altri 5 assegnatari di box, nella stessa struttura che continuano a mantenere il privilegio dell’assegnazione del posto per 12 anni, pur non avendo, almeno in 4, esercitato alcuna attività.

Ma c’è di più. Diciamolo chiaramente. Perché il sindaco dal 2017 in poi non ha mai risposto alla richiesta di regolarizzazione del contratto da parte del consorzio? Perché gli uffici dal 2017 in poi, non si sono mai mossi? A fronte della diligenza e della insistenza da parte del consorzio nel voler mettere un punto  fermo in una posizione non definita, c’è stato il rifiuto, la negazione del dialogo, della conciliazione, della volontà di venire incontro ad un gruppo di immigrati che con senso civico e rispetto nei riguardi della città, rifiutando l’illegalità del commercio abusivo, lungo viali e strade della nostra Lecce, ha inteso svolgere il suo lavoro in una struttura vocata alla valorizzazione dei suoi prodotti.

Gli spazi per intervenire ci sono ancora, evitando dei contenziosi sgradevoli. C’è uno spazio morale, quello della solidarietà, nei riguardi di chi si vuole sentire non ospite,  ma cittadino leccese. E cerca uno spazio di concretezza amministrativa: la regolarizzazione di un contratto a sanatoria di una inadempienza dell’Amministrazione comunale che, o per sciatteria o per volontà politica, sta creando non lavoro, ma povertà. Pensate che sarebbe accaduto se il centrodestra si fosse comportato in questo modo…”.