1

Corini via subito: ecco perché. Ipotesi e suggestioni

Neppure il tempo di assorbire il brutto colpo dell’eliminazione dai playoff che il Lecce ha deciso di voltare pagina, esonerando Eugenio Corini. Il tecnico ha pagato per un rendimento altalenante, durante il quale non si è visto mai un gioco fluido, che ha prodotto dei risultati deludenti in casa. Il Lecce ha vissuto, invece, delle sue tante individualità, esaltandosi in trasferta, dove le maglie delle difese avversarie erano più larghe, ma tra le mura amiche ha subìto la carenza di idee e di equilibrio, risultando spesso prevedibile e lasciando tanti punti per strada.

Il presidente Saverio Sticchi Damiani e il direttore generale Pantaleo Corvino hanno esternato ieri tutta la loro delusione per un campionato nel quale la società ha provato a creare i presupposti per risalire immediatamente in A. Nessuno in generale può permettersi di avere delle rose numerose e piene di giocatori d’esperienza senza avere il desiderio di tornare subito in quella massima serie che consente di avere degli emolumenti importanti. Oggi più che mai in un calcio che sente il peso della crisi pandemica. Ieri Sticchi Damiani lo ha detto più volte, provando a far tornare con i piedi per terra quelli che pensano che sia un “diritto divino” quello di avere il Lecce in Serie A.

Il Lecce era nella polvere quando questa dirigenza lo ha raccolto da un possibile fallimento e adesso questo club sembra orientato a ritornare quella fucina di talenti che aveva caratterizzato l’inizio del nuovo secolo con in più uno stadio da poter gestire in autonomia e altre iniziative di marketing che lo pongono tra quelli più innovativi del panorama italiano.

Se l’Us Lecce, dunque, ha deciso di non pensare più di quarantott’ore prima di esonerare un tecnico con cui aveva dichiarato di volersi impegnare per tre lunghi anni, un valido motivo ci deve essere stato. E’ dispiaciuto ieri non poter porre domande in una conferenza stampa “sui generis”, proviamo quindi ad analizzare tale scelta alla luce di due possibili ipotesi. La prima di carattere giuridico, la seconda di carattere sportivo.

La prima ipotesi riguarda il contratto che esisteva tra allenatore e club. Da quello che è emerso dalle dichiarazioni di Corvino e di Sticchi Damiani c’è stata una attenta analisi dell’operato del tecnico in tutto l’arco del torneo e soprattutto Corvino ha fatto notare come la squadra fosse comunque con la promozione in pugno prima del rush finale, pur avendo denotato dei limiti anche dopo le correzioni nel mercato invernale. Se, dunque, il problema era tutto di natura tecnica, perché la società non ha deciso di esonerare il mister a seguito del doppio scivolone contro Cittadella e Monza? Con la speranza che uno scossone avrebbe potuto portare qualche beneficio, anche solo psicologico, in ottica playoff? Ed invece lo ha fatto nell’immediata post-season? La risposta più probabile è che il Lecce, pur non credendo più in Corini, ha sperato che la promozione potesse comunque essere raggiunta, per poi procedere lo stesso ad una risoluzione unilaterale del contratto, cosa avvenuta ieri. Infatti, nella nota del club, successiva all’esonero dell’allenatore, si comprende che il Lecce ha interrotto il contratto di tre anni per sua scelta, pagando probabilmente una penale, clausola che, ipotizziamo, sarebbe potuta valere nell’arco di pochi giorni dalla conclusione del torneo. Noi non conosciamo le clausole dell’accordo triennale che legava Corini al Lecce, ma verosimilmente il motivo per cui il Lecce si è affrettato a porre termine al contratto potrebbe essere proprio di naturale legale.

La seconda ipotesi, invece, prende dei toni che potrebbero essere legati alla prossima conduzione tecnica dei giallorossi. Già ieri sono emerse delle voci importanti su di un interessamento del Lecce per Marco Baroni che allena la Reggina da dicembre e che ha ottenuto ottimi risultati grazie ad un gioco offensivo, ma equilibrato. Baroni ha un contratto in scadenza a fine giugno e sta trattando il rinnovo con la dirigenza calabrese. Il Lecce è alla finestra e l’aver allontanato subito Corini potrebbe essere un segnale per Baroni nell’attendere la proposta dei giallorossi, dove ha giocato negli Anni ’80, prima di procedere alla firma del nuovo contratto con la Reggina.

Intanto altri nomi vengono accostati alla panchina giallorossa. Si parla di Paolo Di Canio, che ritornerebbe ad allenare dopo diversi anni in cui ha preferito fare l’opinionista televisivo, poi ci sono suggestioni come quelle che vorrebbero un ritorno di Serse Cosmi, un tecnico carismatico, ma sicuramente più utile nel dover difendere una categoria piuttosto che nel tentativo di salire. Siamo sicuri che in questi giorni tanti nomi verranno fatti, ma probabilmente Pantaleo Corvino ha già in mente chi può fare al caso suo per dare valore ai giocatori che resteranno in rosa e alle “sorprese” che arriveranno dal mercato estivo.