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Se n’è andato Renato Moro: giornalista vero, appassionato e arguto

 

 

LECCE – La notizia arriva come un fulmine a ciel sereno: è morto Renato Moro! Non è mai facile scrivere della morte di un collega. Ti senti chiamato in causa perché ti ritrovi all’improvviso fragile e vulnerabile. Perché sai bene che questo maledetto (e benedetto) lavoro che amiamo così tanto racchiude un turbinio di sensazioni accompagnate da motivazioni forti che sono gli ingredienti per continuare a stare sempre sul pezzo, senza cedere un istante, pronti a cercare la notizia – la vera regina del giornalismo – pronti a scoprire e a sorprenderci di ogni cosa. Ebbene, Renato tute queste caratteristiche le incarnava perfettamente. Con un grande valore aggiunto: la professionalità, l’esperienza, l’arguzia, l’ironia e la passione con cui era giornalista. Perché si è giornalisti, non si fa il giornalista. Si nasce così. E lui lo è sempre stato sin dai suoi primissimi passi. Nella tarda serata di ieri ha seguito gli ultimi dettagli del “suo” giornale, perché il Nuovo Quotidiano di Puglia, era la sua casa sin dal lontano 1988. Ha dato un’occhiata a titoli sottotitoli, impaginazioni prima di dare il via alla stampa. Poi a casa da Annarita, moglie e collega dallo sguardo dolce, e dal piccolo Carlo, un bellissimo bambino che ha illuminato la loro storia d’amore. Renato se n’è andato via per un malore. All’improvviso. Un uomo schivo, lontano dai riflettori e dai lustrini di certa leccesità, ci ha lasciato così. E’ stato uno dei maestri del giornalismo salentino. Da lui potevi solo imparare. I suoi articoli e i suoi editoriali ci hanno accompagnato in questi lunghi anni descrivendo vizi e virtù di un territorio contraddittorio e affascinante. Ci mancherai, caro Renato.