Coda è micidiale, ma il Lecce si fa raggiungere dal Pordenone
Ancora un’incompiuta per il Lecce di Corini che si fa agguantare sull’1 a 1 da un Pordenone, privo della sua punta di diamante Diaw (passato ieri al Monza) e incerottato in difesa, ma apparso più squadra dei giallorossi che pure sono andati vicino al gol della vittoria con Mancosu negli ultimi dieci minuti di gioco.
Sul sintetico di Lignano Sabbiadoro i salentini hanno mostrato poche trame offensive per lunghi tratti di gara, vivendo così delle individualità dei propri attaccanti e dimostrando che solo quando è entrato a centrocampo un vero interno propositivo, Henderson, l’azione negli ultimi trenta metri è apparsa più fluida. Corini, infatti, per la seconda settimana consecutiva ha deciso di schierare due centrocampisti difensivi al fianco del play danese Hjulmand, sostituto di Tachtsidis, fermo per squalifica. Una scelta che non pagherà. In avanti, invece, nessuna sorpresa con il ritorno della coppia offensiva Coda-Stepinski, supportata da Mancosu, ormai perno imprescindibile sulla trequarti.
Il Lecce parte nel match con il piglio giusto, provando a mantenere il controllo del gioco, e alla prima vera occasione fa male ai friulani. I giallorossi sbloccano il punteggio al 13’ con un gol bellissimo del bomber Coda. L’attaccante fa tutto solo, recupera una corta respinta della difesa e con due tocchi fa fuori tre avversari per trovarsi di fronte a Perisan che trafigge con una perfetta conclusione. Rete da antologia.
Purtroppo per i giallorossi il vantaggio dura solo sette giri di orologio. La difesa si fa trovare ferma su di un passaggio verticale, che permette a Butic di concludere troppo agevolmente in porta. Il polacco Musiolik, colpevolmente lasciato solo da Pisacane e Zuta, può ribadire in porta la corta respinta di Gabriel.
Con la parità ristabilita, il Lecce va in bambola e dopo un solo minuto Butic avrebbe la palla del sorpasso, ma tira fuori da ottima posizione. L’inerzia è tutta per i padroni di casa che imperversano sulla fascia destra difensiva giallorossa, mettendo in evidenza i limiti in copertura di Adjapong. A centrocampo Bjoerkengren e Nikolov non riescono a prendere le misure sui loro diretti avversari e questo impedisce alla squadra di ripartire. Anche il pressing è pressoché nullo, anche per via dell’assetto scelto a centrocampo da Corini (il solo Hjulmand sembra davvero in grado di fare la differenza tra quelli giunti per sostituire nel cuore dei tifosi Petriccione), e così di pericoli per la porta friulana non ce ne sono. All’intervallo si va sul punteggio di 1 a 1 con la convinzione che il Lecce debba ritrovare equilibrio e determinazione negli spogliatoi.
Ad inizio della nuova frazione la squadra di Corini sembra meno timida, ma negli ultimi trenta metri c’è molta confusione. Al quarto d’ora esce per infortunio Adjapong ed entra Paganini nel nuovo ruolo di esterno difensivo di destra. Insieme all’ex Frosinone entrano Henderson (per Nikolov) e Rodriguez (al posto di Stepinski). In questo modo il fronte destro giallorosso viene modificato in toto e i risultati sono migliori. Soprattutto lo scozzese dà finalmente profondità alla manovra e al minuto ottantadue arriva dai suoi piedi l’occasione più nitida dei giallorossi della ripresa. Mancosu, infatti, colpisce bene di testa sul cross del centrocampista britannico, ma la conclusione del capitano si stampa sul palo a portiere battuto. L’ultimo brivido del match è, però, nell’area di Gabriel. Il portiere brasiliano sbaglia l’uscita su di un cross e deve salvare sulla linea Pisacane per evitare quella che sarebbe stata una beffa.
Alla fine il punto preso in terra friulana aiuta a consolidare il Lecce nella zona play-off, ma quello che appare evidente è come questa squadra abbia perso quella lucidità che la aveva accompagnata per diversi tratti del girone di andata. Il gioco ha subito una involuzione con poche sovrapposizioni sugli esterni e minore rapidità nel far girare la sfera. Per poter ambire alla Serie A ci vorrà un netto cambio di passo, altrimenti bisognerà sfruttare questa stagione solo per far venire fuori i giovani talenti che Corvino sta pescando in giro per l’Europa.
Photogallery a cura di Andrea Stella