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“Negati esami diagnostici ai sanitari guariti dal Covid-19”

LECCE – Ad alcuni sanitari appartenenti all’Asl Lecce che hanno contratto il virus Covid-19 proprio per cercare di salvare vite umane,  sarebbe stato negato il diritto ad eseguire esami diagnostici, nonostante l’accertamento dell’intervenuta negatività attraverso tre tamponi risultati negativi. La denuncia giunge dallo Sportello dei Diritti di Lecce, tramite il legale di riferimento, l’avvocatessa Emanuela Toscano.

Secondo quanto riferito dall’Associazione gli operatori sanitari “sono stati respinti da un noto centro diagnostico del leccese perché ex Covid”. Si tratta di “sanitari rientrati regolarmente in servizio presso le strutture sanitarie in cui espletavano il loro operato e che – attraverso l’Inail –  hanno ottenuto una specifica esenzione ticket di breve durata (fino al prossimo 31 maggio) al fine di effettuare esami diagnostici consigliati dai propri medici curanti e scongiurare eventuali postumi di qualunque genere dopo l’infezione di Covid-19”. Ebbene, sempre secondo lo Sportello dei Diritti, a causa della “inoperatività Asl al momento, i sanitari, per il tramite Cup hanno prenotato radiografie, tac e altri esami presso un noto centro diagnostico convenzionato con la Asl. Purtroppo, prima dell’esecuzione dell’esame diagnostico è stato sottoposto a ciascun ‘paziente’ un questionario in cui è stata richiesta esplicitamente la posizione rispetto ad eventuale e (anche) passata positività. Perciò, all’ammissione di essere stati ‘ex Covid’ i sanitari si sono visti negare il diritto ad eseguire il test diagnostico. In buona sostanza si sono visti negare il diritto alla salute”.

Di qui alcuni interrogativi. Il diritto alla salute viene solo tutelato a coloro i quali ad oggi hanno avuto la fortuna di non incrociare Covid-19 sulla loro strada? Se per qualunque altra eventuale patologia o controllo questi sanitari o qualunque altro ex positivo necessita di assistenza, come e dove potrà diagnosticare e/o accertare eventuali altre patologie? Per Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti, “forse è  il caso che il Governo provveda a tutelare la privacy degli ex positivi”.