Coronavirus, test sierologici ai sanitari dell’ospedale di Copertino
LECCE – La parola d’ordine resta una: prevenzione. E’ da qui che occorre partire per rallentare la diffusione del Covid-19. E allora i test sierologici acquisiscono un valore significativo anche se non definitivo. E’ il caso dei test rapidi commissionati da un imprenditore – Antonio Raone – a cui sono stati sottoposti su base volontaria i dipendenti dell’ospedale di Copertino. I risultati sono stati illustrati questa mattina nel corso di un’apposita conferenza stampa. Su 194 test sierologici, somministrati dal 30 aprile al 12 maggio scorsi dalla Croce rossa italiana al personale sanitario – già sottoposto con esito negativo al tampone – 17 operatori hanno sviluppato una risposta anticorpale”. C’è di più. “Uno di questi – fa sapere il virologo e infettivologo Roberto Chiavaroli – ha ripetuto il tampone ed è risultato positivo. Ergo, “è possibile che anche chi ha anche anticorpi che indicano una pregressa infezione, grazie a questo test rapido possa avere ancora presente il virus”. Insomma, è raro che accada, ma può verificarsi.
Lo studio-pilota – non validato dalla Asl Lecce – è assai probabile che possa essere esteso ad altre realtà, magari non necessariamente riservato al personale sanitario. “Aumenteremo il numero dei test – conferma l’imprenditore Antonio Raone che ha promosso e finanziato la ricerca – per capire effettivamente come siano andate le cose. Mi risulta infatti – almeno a leggere le notizie di stampa – che la Puglia sia la Regione che ha effettuato il minor numero di tamponi. Io credo nell’equazione più prevenzione più libertà”. All’incontro con i giornalisti ha preso parte anche il cardiologo Francesco Cito.