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Medico latitante, paura e tampone: le tribolazioni ai tempi del Coronavirus

La positività al Coronavirus di una conoscente, una strana influenza e un medico che non risponde alle chiamate. Sono gli elementi dell’avventura vissuta nelle scorse settimane da una lettrice di Salentolive24.

Maria (così la chiameremo per tutelarne la privacy) viene informata della quarantena disposta per chiunque abbia avuto contatto, successivo al 10 marzo, con un’amica colpita dal virus. Lei l’aveva incontrata l’ultima volta il 9 marzo, cosicché informa il medico curante che le suggerisce di tacere il dubbio e rimanere in casa per sicurezza. Stupita dalla bizzarra risposta ha preferito contattare la Asl. “Vivo con due genitori anziani con patologie severe – ha spiegato al telefono la donna – e temevo per la loro salute. Secondo l’operatore sanitario, essendo asintomatica non potevo essere contagiosa, ma si è corretto appena colto il mio disappunto e mi ha invitata ad evitare la vicinanza con la mia famiglia. Nei giorni successivi ho tentato più volte di ricontattare il mio medico, ma senza successo”.

Dopo qualche ora Maria riceve una chiamata dalla Asl che la informa della prossima notifica ufficiale di quarantena obbligatoria, recapitata di lì a poco dalla Polizia Locale, e del monitoraggio telefonico quotidiano sullo stato di salute, eseguito di fatto ogni due giorni.

Sfortunatamente si presentano i sintomi di influenza, dapprima molto blandi e poi sempre più intensi al punto tale da spinger la donna a chiamare il 118.

In base alle nuove procedure sanitarie, nel caso di un ragionevole dubbio di contagio da Covid-19, è compito del medico di famiglia contattare l’Asl e fare da tramite tra paziente e sistema sanitario. In questo caso  è stato bypassato per irreperibilità. “Hanno disposto il tampone per il permanere dello stato febbrile e infiammazione delle vie respiratore alte – ha precisato Maria – Due operatori hanno eseguito i prelievi dotati di tutti i sistemi di sicurezza, sulla porta di casa”.

Due settimane vissute tra incertezze, notizie inesatte e grande preoccupazione durante le quali la malcapitata ha vissuto praticamente isolata nella propria camera da letto, facendo buon uso di disinfettanti e saponi per assicurare massima protezione ai familiari. La condizione di forte stress ha messo a dura prova anche il suo equilibrio emotivo.

Una situazione che ha dell’assurdo, pur tenendo conto dei mezzi insufficienti messi a disposizione del sistema sanitario per affrontare l’emergenza sanitaria.

L’altra sera è arrivata l’attesa notizia che chiude un’esperienza costata sacrifici, ansia e tante difficoltà: l’esito del test è negativo, Maria ha festeggiato con un forte abbraccio a mamma e papà.