Emiliano, il congresso e le “infamie”: Bellanova passa all’attacco
“Tutti pazzi per Emiliano. Hanno dimenticato quando si augurava che il Pd scomparisse.
A che serve un congresso se non condividiamo almeno i fondamentali?
Zingaretti apprezza Michele Emiliano. Martina se fosse pugliese lo voterebbe ma poi, bontà sua, rimette la decisione alle dinamiche territoriali.
Dunque, abbiamo dimenticato tutto: le questioni delicatissime come Tap, Xylella, Ilva, Jobs Act, su cui sono piovute infamie di tutti i tipi, accuse vergognose di essere sul libro paga dei petrolieri e alla mercé delle lobbies. Gli attacchi velenosissimi contro chi nel frattempo, esponente Pd al Governo, lavorava senza sosta per permettere il rilancio di Ilva e il futuro di una città martoriata, tenendo insieme con coraggio lavoro occupazione e tutele ambientali. Le critiche al ministro Martina sull’impegno del Governo per fronteggiare l’emergenza xylella, sostenendo l’inutilità e anzi la pericolosità del commissariamento straordinario e dell’eradicazione degli alberi infetti, determinando in questo modo ritardi ed em
impasse, insieme al rischio dell’infrazione europea, con risultati che sono sotto gli occhi di tutti, inclusa l’emergenza ormai alle porte di Bari. Il tifo per i 5Stelle in tutti i modi, fino alla recente autoproclamazione di essere ormai l’unico 5Stelle rimasto sulla faccia della terra. Quando esultava al risultato elettorale del 4 marzo e si augurava che il Pd scomparisse.
A che serve, allora, mi chiedo un Congresso se non riusciamo preliminarmente a fare chiarezza almeno tra di noi, indicare e condividere i fondamentali, il perimetro che dice cosa e come siamo, le regole e i pensieri che ci tengono insieme e fanno le fondamenta della casa comune? Può essere solo una corsa al posizionamento per cui già il giorno seguente torneremo a chiederci chi sta con chi o è, più faticosamente, la costruzione di una proposta politica che, indipendentemente da chi la guiderà, tiene unita la comunità politica che siamo?
Mi chiedo se non sia opportuno sapere cosa pensano i candidati al Congresso su quegli stessi temi che si sono tradotti in scelte e azioni del Governo di cui molti di loro erano parte, e che hanno segnato una siderale distanza proprio con Michele Emiliano.
Politiche industriali, politiche del lavoro, futuro del Paese, quale autonomia delle Regioni, Mezzogiorno, Europa: questi sono i temi su cui costruire la nostra proposta, e la mia cultura politica dice che chiarezza, rigore delle scelte, riconoscimento reciproco, sono consustanziali all’idea di partito. Possiamo anche scegliere di rendere liquido tutto ma se pur di sopravvivere liquidiamo tutto, cosa resta?”.