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Palazzo Carafa, contro alla rovescia per lo scioglimento del Consiglio

LECCE – Siamo al capolinea. Per l’Amministrazione comunale targata Salvemini è solo questione di ore, ma oramai il dado è tratto. Il centrodestra ha deciso di decretare la fine di questa consiliatura. Nelle prossime ore – fanno sapere i bene informati – verranno raccolte le diciassette firme sufficienti per giungere allo scioglimento del Consiglio comunale e aprire il breve periodo di commissariamento, in attesa del ritorno alle urne previsto per il mese di maggio. Il post pubblicato poco dopo la fine dei lavori dell’assise dal capogruppo di Prima Lecce, Antonio Finamore, valle più di mille parole: “17numeroperfetto” . E in effetti diciassette sono le firme necessarie per mandare a casa il governo cittadino. Oggi in aula erano in sedici (all’appello mancava l’influenzata Carmen Tessitore). Tutti allineati. Al momento dell’approvazione della manovra di riequilibrio dei conti economici hanno preferito astenersi. Anche perché lo stop alla delibera avrebbe significato il via libera al dissesto del Comune di Lecce, con tutte le conseguenze facilmente immaginabili. Il Consiglio di oggi ha sancito la rottura definitiva tra la maggioranza di centrosinistra e i tre consiglieri di Prima Lecce. A dare lettura del comunicato con cui si sanciva lo strappo è stata la consigliera Laura Calò, il cui temporaneo abbandono dell’aula consiliare aveva fatto pensare ad un clamoroso dietrofront. Nessun colpo di scena. Staremo a vedere cosa accadrà nelle prossime ore.