Ceramicola, leccese dentro “Tifosi e città da serie A”
di Valeria Coi
“Devo confessare che mi sono sentito tremendamente in colpa quando, in occasione dei 110 anni del Lecce, dopo aver mandato il messaggio, ho visto che la squadra ha avuto un calo, praticamente ho attraversato due settimane di agonia. Alla fine però, sono stato molto felice per la promozione della squadra, moltissimo”.
Giampaolo Ceramicola, ex giocatore giallorosso, si libera da quello che sentiva come un peso. Scaramantico come ogni sportivo che si rispetti, l’ex difensore del Lecce confessa di aver avuto paura che il suo messaggio di auguri inviato in occasione dei 110 anni della squadra, potesse esser stato una specie di nemesi. “Se il Lecce non avesse raggiunto la promozione – ci confessa – non me lo sarei perdonato”. Ceramicola ha lasciato il Lecce nel 1995 con la retrocessione in quella che allora si chiamava serie C1; con il Lecce aveva conquistato nel 1992 la promozione in serie A, durata però solo una stagione, poi dalla B il Lecce scivolò subito nel campionato di serie C.
“Quello della Lega Pro – spiega l’ex giocatore giallorosso – oggi non è più calcio, ci sono troppe squadre, troppe situazioni negative. Uscire oggi dalla Lega Pro è un’impresa. Il Lecce – aggiunge – non meritava quella categoria e, vi confesso, il Lecce e la città di Lecce meritano bel altre vetrine, meritano la serie A. Io ne ho visti di campi – sottolinea – ma in serie B uno stadio così pieno come quello che avete riempito domenica, con oltre 20.000 tifosi, nemmeno esiste. La tifoseria di questa squadra è bella come la sua gente. Io a Lecce sono stato benissimo e devo dire grazie ai tifosi giallorossi e alla città, perché hanno fatto del bene a me e alla mia famiglia”.
Una stagione in serie B tutta da scrivere e Ceramicola si lascia andare ad una confessione: “Mi piacerebbe che ci fosse di nuovo il derby con il Bari. Intendiamoci – precisa – non ho nulla contro i baresi e so che per loro la promozione è ancora in ballo; ma poiché io contro il Bari ho sempre segnato, ho del derby un ricordo bellissimo che, sia pur da tifoso/spettatore, mi piacerebbe rivivere”.
“Il fatto è – conclude – che Lecce mi è rimasta nel cuore e tutto quello che mi viene da pensare ora è che, per una piazza così, io la serie B nemmeno la considero. Tutto quello che merita questa squadra, questa società fatta di brave e serie persone e questa meravigliosa città, è la serie A. E’ quello che spero con tutto il cuore. E infine, vorrei mandare un saluto particolare ai tifosi, da ex calciatore lo devo puntualizzare: senza di loro il sogno non si sarebbe mai avverato”.