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Palazzo Carafa: Salvemini incontra il Prefetto e aspetta il centrodestra

LECCE – Il sindaco Carlo Salvemini ha incontrato questa mattina il Prefetto di Lecce Claudio Palomba  – nominato commissario ad acta dal Consiglio di Stato per porre “in essere tutti gli atti consequenziali alla decisioni di primo grado” – al quale ha manifestato “la richiesta di provvedere agli adempimenti previsti nel più breve tempo possibile” .

Un’azione che fa seguito al pronunciamento del Consiglio di Stato che ha attribuito il premio di maggioranza al centrodestra di Palazzo Carafa. “Come ho anticipato ieri – ha spiegato Salvemini – intendo compiere tutti gli atti necessari per garantire ai consiglieri comunali eletti nelle liste che hanno sostenuto Mauro Giliberti di poter esercitare il loro diritto di scelta riguardo lo scioglimento del consiglio comunale mediante raccolta contestuale di 17 firme. E consentire – in tal modo – di poter tornare al voto tra il 15 aprile ed il 15 giugno 2018. È questa l’unica possibilità che resta per poter ridare subito la parola agli elettori. Ogni altra opzione – a partire dalle mie dimissioni – aprirebbe un commissariamento del Comune fino alla primavera del 2019”.

Lapidario. E per sbrogliare la matassa Salvemini gira la palla al centrodestra invitando i consiglieri di opposizione a farsi avanti. “Per poter intraprendere il percorso indicato è necessario che il dpr di scioglimento venga firmato entro il 24 febbraio. Occorre pertanto garantire una tempistica adeguata. Questo significa che – non appena ricevuto comunicazione dalla Prefettura del verbale che indica i nuovi consiglieri comunali – si provvederà alla convocazione del consiglio comunale ai sensi dell’articolo 9 comma 3 del Regolamento: ‘nei casi di urgenza l’avviso con il relativo ordine del giorno deve essere consegnato almeno 24 ore prima della seduta’. Rispettando questa tempistica saremo in condizione di ripristinare la legittima composizione del Consiglio Comunale e riconoscere ai neo eletti l’esercizio pieno dei loro diritti, compreso appunto quello di poter firmare per lo scioglimento dell’assemblea. Questo è il percorso più lineare e trasparente per mettere ciascuno nelle condizioni di esercitare sino in fondo le proprie volontà politiche di fronte alla cittadinanza”.