Presepe nell’Anfiteatro romano: i cartapestai “adottano” 17 pupi per riportarli agli antichi splendori
Sono 11 gli artigiani leccesi della cartapesta che hanno risposto all’appello lanciato una ventina di giorni fa dall’assessore comunale Andrea Guido attraverso le sue pagine di social web e con cui l’amministratore chiedeva aiuto per la manutenzione dei personaggi che compongono il presepe cittadino dell’Anfiteatro.
I maestri recupereranno gratuitamente i 17 elementi in cartapesta realizzati 16 anni fa e che oggi, dopo tante edizioni, necessitano di accurati interventi di manutenzione, ripristino e restauro. Si tratta di interventi importanti, nella maggior parte dei casi volti alla ricostruzione non solo del vestiario dei personaggi, ma di interi arti o degli stessi volti, i quali hanno subito danni ingenti per via dell’esposizione alla pioggia, alla neve, al freddo e alle intemperie in genere.
In base ad un accordo sottoscritto con l’Assessorato All’Ambiente, gli artigiani che hanno aderito all’iniziativa hanno tempo fino al prossimo novembre per effettuare tutti gli interventi necessari a riportare le statue allo status originario. In tempo utile, quindi, per l’allestimento del Natale 2017.
“Dopo 16 anni di utilizzo i 17 pupi che del presepe dell’Anfiteatro Romano erano ridotti davvero male – commenta l’assessore Guido – chi meglio dei nostri maestri della cartapesta avrebbero potuto restituire il vecchio splendore a queste bellissime opere d’artigianato leccese? Sono soddisfatto per l’entusiasmo e il calore con cui i nostri artigiani hanno risposto al mio appello. Grazie davvero a Dante Vincenti di Dan’Art Cartapesta, Gianpaolo Buscicchio della Bottega del Restauro, Carmelo Schipa, i giovani Gabriele D’Aurelio, Gaetano De Pascali e Marina Micelli, allievi del professor Mario Didonfrancesco, Maria Ratta, Stefania Guarascio del laboratorio Terra, Carta, Fuoco, Rosaria Pallara del Laboratorio Cartapesta, Carmen Rampino e Gigi Baldari del Museo Misteri e Memoria. La comunità non esitato a darmi tutto il sostegno necessario. È stato un passaparola generale. Maestri, allievi, imprenditori dell’artigianato e amici in genere mi hanno sommerso di offerte. A chi più voleva portare il suo contributo all’iniziativa. A chi più mi indicava amici disponibili e laboratori volenterosi di poter dare una mano. Fiero di essere leccese anche per questo”.