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“Illegittimo” il salvataggio delle Ferrovie del Sud Est  

BARI – “Illegittimi”. Così hanno stabilito i giudici del Consiglio di Stato. Il riferimento è a quei 70 milioni di euro stanziati dal ministero delle Infrastrutture nel 2016 per il salvataggio di Ferrovie del sud est e il trasferimento di Fse a Ferrovie dello Stato. Sono tutti atti illegittimi. La ciambella lanciata da Ferrovie dello Stato non aveva ragion d’essere sotto diversi profili.  Secondo Palazzo Spada lo stanziamento di 70 milioni sarebbe un aiuto di Stato non autorizzato E il trasferimento di Fse a Fs è avvenuto in violazione dei principi di concorrenza perché fatto senza un normale  bando di gara.

La sentenza del Consiglio di Stato ribalta dunque la decisione con la quale il Tar Lazio, nel 2017, aveva rigettato il ricorso delle società Arriva Italia, Ferrotramviaria e Consorzio Trasporti Aziende Pugliesi (Cotrap) contro Mit e Fsi.

Il giudice dovrà ora disporre la revoca del trasferimento della proprietà di Fse a Fsi e il ripristino dello stato di fatto e di diritto ante trasferimento. Risultato? Viene meno il presupposto dell’azione penale contro gli attuali imputati del provvedimento, e non c’è il titolo per quella civile. C’è di più: gli imputati potranno avviare un procedimento penale contro il Cda di della Sud Est, nominato dalle Ferrovie dello Stato, che ha fatto conseguire il vantaggio a Fsi a danno del mercato, dei creditori di Fse e dello stesso patrimonio delle Ferrovie del Sud Est.

La neutralizzazione degli effetti del trasferimento, dunque, rende nulli tutti gli atti compiuti dal cda di Fse nominato da Fsi, come l’approvazione del bilancio 2015 (con i meno 70 milioni “evaporati”), la richiesta di concordato con quello che ne consegue per la promovibilità dell’azione penale che dovrebbe diventare imprevedibile per difetto originario. In pratica si azzera tutto e si torna, retroagendo, alla situazione giuridica esistente il giorno prima del decreto di trasferimento quando Fse era in regime di commissariamento dopo il crac.

Per i giudici di Palazzo Spada «il ripristino della situazione precedente all’erogazione di un aiuto illegittimo o incompatibile con il mercato interno costituisce un requisito necessario al fine di preservare l’effetto utile delle disposizioni dei Trattati in materia di aiuti di Stato». Tradotto in soldoni: l’ipotesi che la società torni sul mercato – dopo aver restituito i 70 milioni di euro bollati dai giudici come “illegittimi” aiuti di stato – per essere acquisita da un acquirente appare assai realistica.

La sentenza del Consiglio di Stato riapre le incertezze sul futuro di Fse che da parte sua prova a rassicurare tutti sulla prosecuzione dei servizi offerti. “Ferrovie del sud est – commenta la società – ha preso atto della sentenza del Consiglio di Stato e la analizzerà congiuntamente al Mit. L’azienda in ogni caso continuerà a garantire il servizio di trasporto pubblico e la prosecuzione degli investimenti in atto”.