“La mia idea di futuro, la mia visione di città, ma anche quella del centrodestra è Lecce Città d’Arte, di Cultura, di Mare, Capitale del Barocco e Città archeologica. Ora c’è questa nuova sfida, ottima direi, proposta dal presidente del consiglio di amministrazione dell’Accademia di Belle Arti Nicola Ciracì che Lecce debba essere della partita per l’assegnazione del titolo di Capitale italiana dell’Arte contemporanea 2026.
La sciatteria e l’incapacità dell’Amministrazione Salvemini è ampiamente dimostrata dal fatto che la Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura ha lanciato in data 15 aprile 2024, cioè ben dieci giorni fa, il bando per la designazione della prima Capitale italiana dell’arte contemporanea per l’anno 2026. Questo nuovo riconoscimento è istituito per incoraggiare e sostenere la capacità progettuale e attuativa delle città italiane nel campo della promozione e valorizzazione dell’arte contemporanea. Il bando finanzia progetti culturali che prevedono attività come mostre, festival e rassegne, oltre alla realizzazione e la riqualificazione di spazi e aree dedicate alla fruizione dell’arte contemporanea.
Le città, Comuni singoli o aggregazioni di Comuni, che desiderano candidarsi al titolo potranno presentare una candidatura con allegato un dossier progettuale, comprensivo di titolo, progetto culturale, organo responsabile del progetto, valutazione di sostenibilità economico-finanziaria e obiettivi perseguiti, con i relativi indicatori, entro e non oltre il 30 giugno 2024.
Bene, anzi male, Salvemini si pone il problema solo ora perché Ciracì ha posto la questione, altrimenti magari sarebbero passati chissà quanti altri giorni. Non mi meravigliano quindi le forti lamentele sulla stampa del gallerista Tiziano Giurin al quale Lecce deve essere molto grata per aver portato nella nostra città la più grande galleria privata d’arte d’Italia, che, nella più totale indifferenza dell’Giunta Salvemini, ha organizzato numerose iniziative di grande rilievo nazionale e internazionale. Mentre io e l’associazione culturale “Valori e Rinnovamento”, di cui faccio parte, siamo stati sin dall’inizio vicini e abbiamo sostenuto sempre Art&Co di Tiziano Giurin, avendo compreso l’importanza di ciò per la crescita del nostro territorio.
Ora Salvemini deve predisporre entro il 30 giugno il dossier progettuale da presentare al Ministero, si rimbocchi subito le maniche e chiami attorno a un tavolo l’Accademia di Belle Arti, Tiziano Giurin e altri soggetti pubblici e privati e tenga fede all’impegno assunto di avviare questo percorso.
Le candidature saranno valutate da una Giuria composta da cinque esperti indipendenti di comprovata fama nel settore della cultura e delle arti visive contemporanee, che esaminerà i progetti pervenuti per poi selezionare tra questi un massimo di cinque città finaliste che saranno invitate successivamente ad audizioni pubbliche.
Infine, la Giuria proporrà al Ministro della Cultura la candidatura ritenuta più idonea a essere insignita del titolo di “Capitale italiana dell’arte contemporanea 2026”, che godrà di un finanziamento di un milione di euro per la realizzazione delle attività progettate nel dossier.