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“Un sogno di periferia”, il film antibullismo di e con 150 studenti salentini

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LECCE – Una lezione civica sul recupero delle periferie, il riscatto, la rete, i sogni e la libertà, ma anche sul valore delle differenze che arricchiscono.
C’è tutto questo e molto di più in Un Sogno di Periferia, il lungometraggio presentato oggi in conferenza stampa a Palazzo Adorno, che debutterà lunedì 20 novembre alle ore 17 al The Space Cinema di Surbo, sala 1.
Il prodotto filmico è stato realizzato all’interno di un progetto finanziato con la Partecipazione al Bando “Il linguaggio cinematografico e audiovisivo come oggetto e strumento di educazione e formazione, Azione C) Visioni Fuori- Luogo, con scuola capofila l’ICS Geremia Re di Leverano.
Il progetto ha coinvolto, oltre all’ICS “Geremia Re”, i seguenti Istituti Comprensivi della Provincia di Lecce: IC “Don Milani” Leverano, IC Porto Cesareo, IC Aradeo, IC “P. Impastato” Veglie ed IC “ A. Diaz” Vernole ed ha permesso di veicolare, in maniera semplice e diretta, un messaggio forte di contrasto al diffondersi del fenomeno del bullismo.
Il lungometraggio è stato interamente girato nel Comune di Leverano, in sinergia con gli enti e le associazioni del territorio.
PARTNER DEL PROGETTO
• ICS “Geremia Re” Leverano (Capofila)
• Comune di Leverano
• Associazione APS Ciak Salento
Gli spettatori / fruitori del progetto sono:
ICS “Don Milani” Leverano
ICS “P. Impastato” Veglie

ICS Porto Cesareo

STORIA – MESSAGGIO
Attraverso  la  storia  di “ Lele “  Emanuele   e  di  un  gruppo  di giovani, si scava profondo nei meandri di una gioventù dissipata, senza un vero ideale e che voler crescere troppo  in  fretta,  in  una  zona  emarginata  quale  quella della 167, espressione  comune  con  cui  si  intende  un'area  destinata  all’edilizia  residenziale
popolare.  Il  racconto  non  è  indirizzato  solo ad un pubblico di giovanissimi, ma anche a quella fetta di pubblico che ha superato da tempo l’età adolescenziale. Toccata anche la tematica della disabilità come differenza che arricchisce, attraverso l’amore tra due dei protagonisti, tutti studenti divenuti attori e parte attiva per tre mesi, dell’intero progetto.

Antonio Leo, vicepresidente Provincia di Lecce: “Tutte le periferie del territorio le portiamo nel cuore, come Provincia di Lecce e come persone – sostiene – Questo lavoro sposa proprio il nostro sentire, è una storia di riscatto sociale, di ragazzi e di una comunità, recupero di luoghi abbandonati. Sono coinvolti sei scuole, tre ministeri, c’è una rete straordinaria. Ecco, la rete può fare molto per chi è vittima di bullismo e cyberbullismo. Noi ci siamo e ci saremo sempre”.
Antonella Cazzato, Dirigente scolastica, anima pulsante dell’intero progetto “Credo nel lavoro di squadra, nella sinergia di intenti e di azioni e questo prodotto ci dà ragione – ha detto in conferenza stampa -. Ho visto il lungometraggio più volte e ogni volta sono emerse emozioni differenti: rabbia, delusione, riscatto, speranza, bellezza. Ci sono le scuole di Leverano, Veglie, Porto Cesareo, Vernole, Aradeo-Neviano tutte insieme, c’è la voglia e la forza di convogliare risorse, lavoro, tempo verso questo sogno divenuto realtà. Ci sono tante situazioni sommerse nelle comunità educanti che vanno tirate fuori, affrontate, discusse, risolte con competenza e garbo.
Ecco, dal nostro Sogno di Periferia stillano fuori valori come rinuncia, sacrificio, dignità, lealtà, onestà, amicizia che è difesa, protezione, sostegno, amore capace di superare le barriere e i limiti, senso di famiglia che è cura e supporto, legami intergenerazionali che aiutano nel difficile percorso della crescita”. Per Ines Cagnazzo, assessore all’Istruzione del Comune di Leverano, “la periferia è il più delle volte percepita come luogo di abbandono, disagio, area marginale. Non si può usare il termine “167” dando ad una fredda legge il compito di bollare delle aree urbane che hanno una storia e delle storie straordinarie da tirare fuori. A Leverano ci abbiamo creduto più di sei anni fa e vediamo i risultati. Quella di Leverano non è più la 167, ma “la mennula”, un'area dove sono nati un asilo, parchi giochi, servizi, un pezzo del paese nel paese. E con questo lavoro lo sottolineiamo ulteriormente”.

Fabio Frisenda, regista, attore professionista e collante dell’intero progetto: “Il linguaggio cinematografico – spiega – è il migliore per veicolare messaggi e valori come quelli contenuti in Un Sogno di Periferia. Se 150 ragazzi sono stati attenti e hanno lavorato senza sosta per tre mesi vuol dire che è il progetto giusto come conferma ulteriormente il coinvolgimento di ben tre ministeri Beni Culturali, Cinema e Istruzione. Abbiamo portato in scena il cinema verità, quello del neorealismo che funziona, vince e arriva dritto al cuore”.
Graziano Tramacere, sceneggiatore: “parlare di periferie, riscatto, differenze e anche disabilità con fermezza ma senza turbare, offendere, calcare inutilmente la mano non è stato facile. Ma si è rivelato comunque un'avventura straordinaria, abbiamo lavorato in punta di piedi, anche perché dovevamo rendere appetibile la trama. Non possiamo svelare tutto ma è nata bellezza”.
Maria Mirto, docente referente della valutazione e del monitoraggio del progetto: “Siamo educatori, abbiamo un ruolo importante nel futuro dei nostri ragazzi. Abbiamo lavorato con passione e senza sosta, senza orari, senza lesinare tempo e impegno. Un ringraziamento speciale va, oltre