Ha emozionato e convinto la proiezione dib”lo, domani”, il video nato da un’idea del giornalista Rai Mauro Giliberti proiettato nella splendida e gremitissima cornice dell’Istituto Marcelline di Lecce.
Protagonisti i ragazzi, che “più che di critiche hanno bisogno di modelli positivi, perché per un genitore essere un esempionè più difficile che inscenare un rimprovero” ha detto Giliberti.
Gli alunni dello storico Istituto dai 4 ai 17 anni, selezionati dalla Professoressa Giovanna Campanelli e dalla Maestra Maria Stella Palazzo, si sono raccontati pochi mesi dopo il lockdown.
Trenta interviste di 30 minuti l’una, senza filtri e senza un cliché predeterminato di domande: 900 minuti di girato da cui ne sono strati 25. Con un filo comune: il tema che ha consentito ai ragazzi di esternare leloro emozioni e spesso le loro difficoltà è stato – spontaneamente – lo sport.
La fantasia del calciatore del Lecce Gabriel Strefezza, ad esempio, presente insieme all’altro gioiello giallorosso Nicola Sansone, è stata per i bambini fonte di ispirazione.
Ospite d’eccezione è stato il presidente dell’US Lecce Saverio Sticchi Damiani, che ha voluto visitare insieme alla Madre Superiora Suor Monica Ceroni la sua aula frequenta alle elementari.
Sticchi Damiani ha donato le maglie di Sansone e Strefezza insieme ai loro “legittimi proprietari” come da lui stesso definiti, all’Istituto in cui i due giocatori hanno iscritto i loro figli.
Una festa con più di 200 presenze tra gioia, selfie, applausi, autografi e tantissime maglie giallorosse. “Quando abbiamo preso fra le mani il timone del Lecce in C, ciò che vedo in questa sala era il nostro sogno. All’epoca il Lecce non era una squadra in cui i ragazzi si identificavano, adesso i giovanissimi possono indossare con orgoglio le maglie giallorosse”.
Il docente universitario Marcello Tempesta ha evidenziato come la semplicità dei messaggi dei ragazzi sapesse una straordinaria potenza comunicativa, ed ha invitato a proiettare il video anche in altri e più ampi contesti. “Ciò che colpisce è la forza con cui questi ragazzi affrontano la vita, dicendosi sempre convinti che con l’impegno si superano tutti gli ostacoli. E poi la loro voglia di sognare un futuro da cuoco, medico, calciatore, persino pescatore. Un bambino mi ha colpito in modo particolare: vuol fare il chirurgo plastico non per curare l’estetica, quella superflua, ma per rimediare alle ferite degliincidenti che possono sfregiare il volto di un altro bambino”.
L’intervento conclusivo di Suor Monica Ceroni ha toccato l’orgoglio dei tanti genitori presenti in sala: “noi educatori e voi famiglie facciamo il lavoro più difficile, e spesso siamo oggetto di critiche e siamo giustamente autocritici. Ma guardando questo video e e le emozioni che ha in noi suscitato, oggi dobbiamo farci un applauso e dire che possiamo soltanto essere orgogliosi dei nostri ragazzi.”