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Un autogol decide la supercoppa. Lecce troppo lento e prevedibile

Inizia con il piede sbagliato la stagione del Lecce da scudettato. Contro una Roma ben messa in campo, i giallorossi avrebbero meritato un passivo peggiore e solo l’imprecisione dei romanisti ha mantenuto il punteggio in bilico sino alla fine.

Già dalle prime battute del primo tempo il copione è stato a favore degli ospiti. Una frazione nella quale il Lecce è stato lento, con il 4-3-3 spaccato in due a centrocampo dove la Roma è sembrata di un livello superiore per il modo di palleggiare e riprendere le seconde palle. Le occasioni sono state così tutte per gli ospiti con il neo portiere leccese Lampinen-Skaug che si è dovuto superare per dire di no al vantaggio romanista.

Per la squadra di Coppitelli l’unica occasione buona arriva con i due ragazzi ormai della prima squadra, Burnete e Corfitzen, oggi in serata no. Il primo imbecca il secondo sul finire del tempo in uno dei rari contropiede dei salentini, ma il danese si allunga troppo la sfera e l’azione sfuma.

Il gol che decide il match arriva al 70’ dopo che la Roma era andata vicina al vantaggio in almeno due occasioni con Misitano in avvio di ripresa. Capitan Cherubini riprende una respinta della difesa leccese e tira da fuori area a giro. La sfera prende la traversa e torna in campo, ma per sfortuna del Lecce incoccia la schiena di Lampinen-Skaug e finisce in porta.

Il match diventa spigoloso, anche per colpa di un arbitro, Cavaliere di Paola, non all’altezza e che lascia giocare troppo. Il Lecce prova a pareggiare e ha due ottime occasioni con McJannet e Minerva di testa, ma il portiere Marin dice di no con due ottimi interventi. L’ultima occasione nel recupero è per McJannet ma la conclusione dal cuore dell’area finisce fuori a lato della porta romanista. Il centrocampista resta a terra disperato come un Lecce che oggi ha giocato davvero male e che dovrà fare molto di più se vorrà ripetere i successi dello scorso anno.