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Il Lecce riparte da Corvino. Sticchi Damiani: «Al via un nuovo ciclo di tre anni»

Le nuvole che potevano addensarsi sul Via del Mare sono del tutto scomparse. In un giugno che tarda a riscaldare, ci ha pensato il presidente Saverio Sticchi Damiani a far partire l’estate giallorossa con il conseguente inizio della nuova stagione.

Il numero uno di via Costadura ha voluto incontrare i giornalisti dopo giorni di silenzio sulla prima squadra e dedicati alle fasi finali del campionato Primavera che ha visto il Lecce di Coppitelli trionfare a Reggio Emilia. Sticchi Damiani, prima di concedersi alle domande, ha voluto fare il punto dopo nove anni dall’avvento al timone della società dal gruppo di soci da lui presieduto. «Nove anni fa prendemmo il club da Tesoro e in questi anni abbiamo conseguito risultati importanti vincendo tre campionati, salvandoci in A in quest’ultima stagione e portando la Primavera dal secondo livello del calcio giovanile sino alla vittoria dello scudetto.»

Sticchi Damiani ha voluto subito mettere in evidenza quelli che sono stati i traguardi raggiunti dal club. «Per la prima volta da quando siamo alla guida dell’unione sportiva, abbiamo un bilancio in equilibrio, senza dover metter mano al portafoglio per ripianare eventuali perdite. Vi ricordo che il Lecce retrocesse in B con Liverani in pieno periodo Covid e per questo è stato difficile ripartire. Ci affidammo a Corvino che in due anni ci ha riportato in A, facendoci salvare in questa difficile stagione. Con il settore giovanile poi siamo arrivati in pochi anni sulla vetta del calcio nazionale. Non mi sarei aspettato di vincere il titolo dopo il primo posto nella regular season ed è per questo che i ragazzi hanno fatto qualcosa di fantastico, giocando per giunta una semifinale in trasferta visto che si è deciso di far disputare la fase finale nei territori di una delle squadre interessate alla vittoria finale. Il merito di questo successo è di tutti grazie ad una visione che mira alla crescita della società.»

Sticchi Damiani giunge quindi al nocciolo della conferenza stampa. «Dopo giorni di riflessione da parte di tutti i soci e di Pantaleo Corvino, abbiamo deciso di comune accordo di proseguire insieme in un percorso triennale. Siamo un club che si sta consolidando e che vuole crescere, ma non possiamo programmare soltanto con una visione a breve termine. Dobbiamo guardare oltre la singola stagione per arricchire il settore giovanile e prendere elementi validi per provare a consolidarci in A. La riflessione non era stata programmata quando fu firmato il prolungamento lo scorso anno con il direttore, ma è chiaro che quando si termina una stagione così dura, bisogna tirare le somme per capire se c’è voglia di proseguire per un nuovo triennio.» Sticchi Damiani poi parla del futuro realistico del club. «Il Lecce ha tutto l’interesse a restare in A perché i ricavi sono il doppio rispetto a quelli della cadetteria, ma rispetto ad altre piazze abbiamo risorse sottodimensionate pur avendo un bacino di tifosi degno di altri obiettivi. Questo perché il nostro obiettivo è quello di salvarci mantenendo i conti in ordine e provando a fare calcio in modo diverso rispetto ai tanti club che hanno difficoltà di debiti. Nei mesi scorsi abbiamo cercato di capire se potevamo trovare partner importanti per far crescere la società e puntare a obiettivi più grandi, ma non ne abbiamo trovati perché da noi è difficile essere attrattivi.»

Eppure il Lecce sta proponendo un modo di fare calcio che è nuovo rispetto al passato. Il presidente, ad avvalorare la bontà del progetto Lecce, richiama un episodio recente che chiama in causa Berlusconi, scomparso ieri. «Mi rammarica la scomparsa del presidente Berlusconi. Subito dopo la vittoria di Monza, pur già molto malato, ha avuto la premura di telefonarmi per complimentarsi e mi ha detto che, pur dispiacendosi per la sconfitta della sua squadra, era contento di aver perso contro una squadra che ha rischiato tanto nel modo di allestire la squadra e per le idee societarie. Il Lecce ha fatto qualcosa di nuovo nel panorama della A.»

Quindi il discorso è passato sulla conferma del tecnico e su alcuni dei protagonisti della stagione appena conclusa. «Baroni ha fatto benissimo, ma prima di pensare ad una sua possibile conferma, bisognava fare chiarezza con Corvino. Adesso sarà Pantaleo a capire la fattibilità per una sua conferma o meno, parlando in primis con lui. Il Lecce non ha bisogno di cedere nessuno e chi partirà lo farà per suo desiderio e perché ci arriverà la proposta giusta. Con Corvino abbiamo deciso di riscattare Falcone e Colombo e vedremo se Samp e Milan faranno valere l’opzione di controriscatto. Per Pongracic non si è ancora parlato di un suo possibile riscatto perché abbiamo più tempo.»

In ultimo Sticchi Damiani vuole rispondere al presidente della Figc, Gravina, che ieri aveva criticato la gestione della Primavera del Lecce che, a suo dire, è troppo piena di stranieri. «Mi ha fatto strano leggere le sue dichiarazioni visto che il Lecce era stato definito da Gravina come un modello, durante la premiazione al premio Prisco. Nessuna regola ci vieta di andare in Europa a prendere talenti visto che quelli italiani hanno prezzi che non ci possiamo permettere. Il Lecce poi con la prima squadra ha dato quest’anno ben quattro giocatori per la Nazionale, quando altre squadre giocano in A con quasi tutti stranieri. Quindi bisognerebbe pensare a mettere delle regole per far giocare in A più italiani. Oppure evitare che i grandi club saccheggino i talenti locali quando sono ancora bambini. A noi è capitato soprattutto quando militavamo in C.»