LECCE – “Ritorno al futuro: Don Bosco e le sfide educative di oggi”. Era questo il tema scelto per il 51° convegno degli Exallievi Salesiani di Lecce. Sfide – ha spiegato in buona sostanza il professor Marco Piccinno, docente associato di Unisalento – legate ad una “esigenza di cambiamento che determina indissolubilmente disorientamento e senso di disagio”. Ma il cambiamento porta con sé “un processo dialettico di mutamento e di permanenza”. E c’è un elemento significativo da rilevare. E’ quello che Mounier chiama “irriducibilità”, perché – dice Piccinno – se la perdiamo, finiamo per perdere noi stessi”. Di qui la necessità di preservare la nostra identità.
Ebbene, il cambiamento rischia di essere scambiato per nuovismo a tutti i costi cancellando l’asimmetria nelle relazioni educative. “In nome di qualcosa che resta ci siamo dimenticati di ciò che permane..”, aggiunge Piccinno. Ed è qui che nasce il corto circuito. Anche il confine tra bene e male viene messo in discussione da una società fluida. Ma “la liberta di non essere – afferma Piccinno – è una falsa libertà”.
Un nodo che chiama in causa anche gli educatori. “Non sappiamo più che fare, a cosa dobbiamo educare…”, spiega don Pasquale D’Angelo, parroco dei Salesiani di Lecce e delegato provinciale degli Exallievi. Una lotta che appare impari e che rischia di diventare una battaglia contro i mulini a vento. Perché il main stream, il pensiero unico dominante, viaggia in un’altra direzione, assolutamente diversa da quella indicata dai valori cristiani. Non è una resistenza tout court al cambiamento. Piuttosto un modo per evitare di lasciarsi andare a modelli educativi negativi o controproducenti.
Ritorno al futuro è un messaggio di speranza perché restituisce in chiave moderna le virtù educative di San Giovanni Bosco, fondatore dei Salesiani, capace di accogliere e di sporcarsi le mani per uscire dalla sagrestia e andare alla ricerca di ragazzi da accompagnare per mano, indicando loro la strada giusta da seguire. Ebbene, don Bosco è stato un precursore sotto tanti punti di vista. “Le sue nitide sollecitazioni – ha ricordato Piccinno – sono state approfondite da alcuni autori contemporanei. Come i processi che regolano il confronto con il cambiamento”. Il messaggio di don Bosco è chiaro: “Non abbiate paura dei cambiamenti, sappiate discernere quando ci possono offrire qualcosa di nuovo e di migliore e quando invece di mettere in discussione qualcosa di importante che deve permanere nonostante i cambiamenti”.
La pedagogia di don Bosco resta di grande attualità. I giovani d’oggi devono fare i conti con una “cultura relativista, globalizzata. Ecco perché hanno bisogno di intessere relazioni, hanno bisogno di ascolto. Ed è questo il perno educativo del sistema di don Bosco – sottolinea D’Angelo -Ascolto. E’ questa la parola chiave. I ragazzi sono fragili e disorientati. Faticano ad avere punti di riferimento. A loro bisogna tendere una mano. Proprio come faceva don Bosco.
Foto e video a cura di Annamaria Niccoli