Silenzio (e rabbia) a Lecce per la morte di Giulio Regeni
Verità e giustizia. La morte di Giulio Regeni fa a cora rumore nonostante siano trascorsi sette anni da quel maledetto 25 gennaio 2016, giorno in cui il giovane venne rapito prima di essere ritrovato senza vita il 3 febbraio successivo nelle vicinanze di una prigione dei servizi segreti egiziani.
Davanti alla scalinata d’ingresso di Palazzo Codacci-Pisanelli, a Lecce, si sono ritrovati in tanti per ricordare il ricercatore friulano assassinato sette anni fa in Egitto. Dal 29 aprile 2021, proprio di fronte alla storica sede dell’ateneo, anche Lecce ha infatti una panchina gialla dedicata “a Giulio Regeni e al suo “sguardo aperto sul mondo”, come si legge sulla targa commemorativa apposta da Diffondiamo Idee di Valore, Conversazioni sul futuro e Lecce Città Pubblica con la partecipazione di Amnesty International – Lecce e in collaborazione con il Comune di Lecce. Il momento di raccoglimento è culminato alle 19:41 (orario in cui Giulio inviò il suo ultimo messaggio prima di sparire) con l’accensione delle candele gialle. Una iniziativa , il capoluogo salentino, partecipa L’iniziativa si è svolta in tutta Italia per continuare a chiedere verità e giustizia per la violenta morte del ricercatore di Fiumicello. I genitori Paola Deffendi e Claudio Regeni e l’avvocata Alessandra Ballerini sono stati a Lecce più volte ospiti del festival Conversazioni sul futuro e dell’Università del Salento. “In ricordo di Giulio Regeni, ricercatore” è, infatti, intitolato anche il Corso di dottorato in “Human and Social Sciences” del Dipartimento di Scienze umane e sociali.
Foto e video a cura di Annamaria Niccoli