1

Stipendi da fame, le guardie giurate tornano a protestare

LECCE – Riprende la protesta dei lavoratori della vigilanza privata per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro. Una firma che gli oltre 100mila addetti del comparto attendono ormai dal 2015. Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil hanno organizzato un nuovo sit-in di protesta oggi, dalle ore 10 alle 12, davanti alla sede della Prefettura di Lecce, in concomitanza con altre iniziative di mobilitazione previste a livello nazionale.

Nel corso della mattinata, il vice prefetto Emanuela Pellegrino ha ricevuto una delegazione di sindacalisti e lavoratori che hanno rappresentato il disagio che vivono le famiglie dei circa 600 lavoratori salentini del settore. “Diciamo basta a salari indecenti, dumping contrattuale e appalti al massimo ribasso che non garantiscono la sicurezza dei lavoratori. Chiediamo un rinnovo contrattuale dignitoso, che sia al passo con il costo della vita e che garantisca diritti e tutele per tutti i lavoratori del settore”, dichiarano Mirko Moscaggiuri, segretario generale Filcams Cgil Lecce, Marcello Frassanito, segretario generale Fisascat Cisl Lecce e Antonella Perrone, segretario generale Uiltucs Uil Lecce. “Al rappresentante territoriale del governo – fanno sapere – abbiamo consegnato un documento con poche e chiare richieste: aumento salariale per ridare dignità al lavoro degli addetti del settore della vigilanza privata, per rispondere ai bisogni delle loro famiglie, in un periodo contraddistinto da un’impennata dei prezzi dei beni primari; garanzia occupazionale in occasione del cambio di appalto; rispetto di turni e orari di lavoro, coerenti con l’esigenza di recupero psico-fisico e le norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro; riconoscimento della professionalità, in considerazione delle caratteristiche dei siti presso i quali si deve garantire la sicurezza. Solo così restituiremo dignità e un giusto salario a migliaia di persone che, sul territorio e in tutta Italia, garantiscono la sicurezza di tutti noi mettendo a rischio la loro incolumità”.