Scenari post-bellici e disinformazione al Festival Giornalisti del Mediterraneo
OTRANTO – La terza giornata del Festival Giornalisti del Mediterraneo è stata interamente dedicata al tema della guerra che sta sconvolgendo la nostra placida quotidianità di europei da tempo lontani dalle atmosfere belliche.
I lavori del Festival si sono aperti con l’incontro dal titolo “Che mondo dopo la guerra?”, un’occasione per ascoltare dalla voce di grandi esperti di scenari internazionali il mondo post-bellico. Relatori del panel, moderato dal giornalista del Tg1 Paolo Di Giannantonio, sono stati l’inviata di guerra del Tg5 Gabriella Simoni, il vicedirettore dell’Ansa Stefano Polli, l’ex diplomatico e ceo di”MC Geopolicy” Marco Carnelos, che ha commentato: “Nel ventunesimo secolo la natura e la storia sembrano volersi riappropriare delle loro rispettive prerogative nei confronti di un’umanità eccessivamente confidente sulle proprie capacità. L’emergenza climatica, la pandemia, e da ultimo il conflitto in Ucraina con la crisi energetica ed alimentare, stanno rimettendo in discussione certezze che erano considerate come acquisite. Il mondo potrebbe assumere caratteristiche ben diverse da quelle degli ultimi decenni, dove è stato contraddistinto da un ordine mondiale basato su regole concepite e applicate dagli Stati Uniti e dai loro alleati. Potrebbe emergere un sistema multipolare segnato da visioni diverse e confliggenti circa le regole dell’ordine mondiale e con sistemi finanziari e commerciali in competizione tra loro e non più integrati dalla globalizzazione che abbiamo conosciuto negli ultimi tre decenni. Si tratterà di una sfida paragonabile a quella che il sistema internazionale ha affrontato nel ventesimo secolo, rispettivamente, dopo la fine del Primo e del Secondo Conflitto Mondiale. L’auspicio è che le leadership siano all’altezza di un compito così immane. Ma tutto questo richiederà un’empatia cognitiva che finora si stenta ad intravedere”. Scenari preoccupanti che hanno ricadute immediate sulla nostra vita quotidiano, ha fatto notare Salvatore Toma, presidente di Confindustria Taranto, anch’egli ospite del panel: “Un conflitto dalle ripercussioni disastrose su tutta la nostra economia: per fare un esempio, solo nel settore che mi riguarda personalmente, quello del fashion, l’export è diminuito del 100 per cento verso l’Ucraina e dell’80 per cento verso la Russia”.
Tra gli ospiti del primo panel anche Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, che ha sottolineato: “E’ sempre difficile quando si è nel mezzo di una cosa, pensare al dopo. E’ sempre difficile nel mezzo di una guerra pensare alla pace. E’ difficile, ma è necessario. Per non rimanere inchiodati a un presente senza futuro. E il futuro che il presente ci chiede di pensare – come dice il Papa – è un futuro senza guerra, senza guerre, senza la corsa al riarmo. E’ un futuro che ci riconsegni la consapevolezza che non è con le guerre che si risolvono i conflitti. Un futuro dove anche il giornalismo sia giornalismo di pace. Serve creatività. Serve non dimenticare che la lezione giusta non è quella di Caino. Serve avere la consapevolezza che la comunicazione può aiutarci a ritrovare la via della pace, del dialogo, della fratellanza. Come diceva Dietrich Bonhoefer, la pace va osata”.
Anche il secondo panel della giornata, quello delle 22, è stato incentrato sulla crisi bellica in corso: moderato da Alessio Lasta, giornalista La7, l’incontro, dal titolo “Le due guerre. Il conflitto russo-ucraino e la propaganda social”, ha visto a confronto Giuseppe Brindisi, conduttore di “Zona bianca” (Rete4) – che avverte come “raccontare questa guerra, la prima che si combatte senza esclusione di colpi anche sui social, impone a noi giornalisti ancora più attenzione e senso di responsabilità” – e David Puente, vicedirettore di “Open”, che ha spiegato: “Il modo in cui la disinformazione è stata generata e veicolata nel corso dell’invasione russa in Ucraina ci deve far riflettere su come i social sono stati sfruttati a sostegno della propaganda. Oltre all’utilizzo della censura, abbiamo assistito a nuovi fenomeni come i falsi fact-checking istituzionali utili a veicolare vere e proprie teorie del complotto contro il nemico, rese virali grazie a un sistema di diffusione e a comunità consolidate nel corso della Pandemia Covid-19”.
Ospite del Festival dei Giornalisti 2022, anche il progetto “Levantina”, talk itinerante dedicato al dialogo tra Italia e Grecia promosso da Myth euromed. Un dibattito sui temi legati al contesto mediterraneo di Italia, Puglia e Grecia, nel quale è stato presentato il libro “D’inverno, Venezia” (Ensemble editore) di Patrizio Nissirio. Insieme all’autore, giornalista e scrittore responsabile di ANSAMED, servizio dell’ANSA sul Mediterraneo, Alberto Cotrona di Myth euromed.
Foto e video a cura di Annamaria Niccoli