Ventotto anni, una fase della carriera piena di maturità e tanta voglia di Salento. Così Federico Di Francesco si presenta ai suoi nuovi tifosi. Lui, che Lecce e il suo territorio l’ha conosciuto ed apprezzato grazie al padre già allenatore dei giallorossi, adesso vuole fare in modo di rimanere alla storia del club grazie ad una salvezza che sarebbe qualcosa di magico. «Partiamo da ultimi nei pronostici, ma poi è sempre il campo che parla.» Così afferma un sorridente Di Francesco davanti ai microfoni in sala stampa. «Anche ad Empoli lo scorso anno ci davano per spacciati all’inizio, ma poi abbiamo dimostrato a tutti le nostre qualità. Sono felice di essere qui. Ex compagni come La Mantia e Mancosu mi avevano parlato bene di Lecce e in tanti tifosi mi hanno scritto durante la trattativa. Non è stata semplice e in quelle settimane io ero già con la testa qui. Per fortuna tutto è andato per il verso giusto.»
Di Francesco svela subito qualche retroscena del suo arrivo a Lecce. «Porto Cesareo è una delle mete estive che visito con più piacere e che ho nel cuore. Proprio un anno fa dissi a mia moglie che mi sarebbe piaciuto giocare nel Lecce perché la piazza è stupenda come del resto la città e la regione.» L’esterno per ben due volte chiama il Salento regione, proprio come se si sentisse già parte di una popolazione che tende a rimarcare la peculiarità della parte più meridionale delle Puglie.
Anche per quel che riguarda il modulo 4-3-3 Di Francesco sa già ciò che gli chiede Baroni e pian piano sta entrando nelle dinamiche di squadra. «Negli ultimi anni ho giocato con moduli differenti, ma ho nelle corde questo sistema e posso giocare su entrambe le corsie. Contro il Cittadella ho potuto dare un apporto limitato perché ero arrivato da poco, ma adesso, dopo una settimana tipo, sono pronto a dare tutto contro l’Inter.»
Di Francesco sa come si battono i nerazzurri alla prima giornata. Quattro stagioni fa mentre era al Sassuolo incontrò l’Inter all’esordio in campionato e riuscì a vincere. Adesso prova a rifare lo scherzetto con il Lecce. «Queste sono partite dove di base si parte sconfitti, ma che ti trasmettono grandi motivazioni che poi possono sovvertire l’esito iniziale. Questo è un campionato particolare dove per salvarti devi trovare equilibrio, senza abbatterti davanti ad una sconfitta. In genere ci si salva anche perdendo la metà degli incontri, quindi dobbiamo essere bravi a creare intorno a noi il clima giusto per andare avanti sempre.»
Di Francesco ha collezionato già 120 presenze nella massima serie e si candida ad essere un leader dello spogliatoio. «So di essere il più esperto come gare in A di tutta la rosa, ma non sono venuto qui per fare il saccente, anzi mi metto a disposizione del gruppo. Dovremo lavorare tanto per salvarci, ma nel gruppo ho trovato giovani motivati e molto bravi. Mi ha colpito soprattutto Hjulmand e sono felice di aver ritrovato Strefezza. Gabriel alla Spal faceva intravedere grandi doti, anche se giocava fuori ruolo rispetto a questo che ne esalta le qualità.»
Intanto procede il calciomercato con il Lecce a caccia di due centrali, uno dei quali potrebbe essere la giovane promessa Bettella, scuola Inter, di proprietà del Monza. Difficilmente arriverà qualcuno nelle prossime ore ed è per questo che ci sembra strano come i giallorossi si siano voluti privare prima di lunedì di Calabresi, dichiarato da tempo sul mercato, ma che sarebbe potuto essere un valido jolly per la gara contro l’Inter.
Sulla cessione del calciatore, uno degli elementi più importanti nel girone di ritorno del Lecce, è intervenuto Corvino. «A fine campionato sono state fatte delle valutazioni tecniche. Sugli esterni abbiamo puntato su Gendrey e Gallo che hanno potenzialità per stare in A e che al contrario di altri (si riferisce a Calabresi) non hanno ancora manifestato difficoltà a giocare a grandi livelli. Noi siamo stati chiari con il ragazzo già da un mese perché abbiamo fatto altre scelte. Non siamo esenti da errori, ma è giusto seguire le nostre idee e sugli esterni abbiamo preso un giocatore che ha partite in A con la Juve e un altro che potenzialmente può sfondare (Frabotta e Baschirotto ndr). Per i centrali avremmo potuto far di più, ma stiamo lavorando senza farci prendere dalla fretta. Abbiamo i soldi per comprare, ma non vogliamo indebitare il Lecce.»
Corvino poi parla delle critiche piovute addosso sui social per le cessioni eccellenti di Lucioni, Coda e ora Calabresi. «Purtroppo sono abituato al partito degli insoddisfatti sui social. C’è a Lecce come in altre realtà. Se pensate che anche a Firenze subivo critiche pur avendo un attacco con Vlahovic, Muriel e Chiesa, potete immaginare come sia abituato a qualsiasi critica. Lo scorso anno qui fui criticato per aver ceduto Petriccione e tenuto altri in quanto, a detta delle voci, raccomandati. Adesso che quei “raccomandati” sono stati ceduti, le critiche arrivano per il fatto di averli ceduti. Sono tornato a Lecce due anni fa in uno stadio silenzioso dopo la retrocessione, ora quello stesso stadio sarà rumoroso dopodomani per la gara con l’Inter. I fatti contano.»
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