LECCE – Undici milioni di euro per il Polo pediatrico del Salento. L’annuncio è stato dato ieri dall’assessore alla Sanità della Regione Puglia, Rocco Palese nel corso di una tavola rotonda su “Presente e futuro delle cure pediatriche nel Salento: Il Polo pediatrico 10 anni dopo”, svoltasi oggi al Mercure Hotel President di Lecce.
Le risorse sono state individuate dalla Regione Puglia nell’ambito della ricognizione dei fondi residui e disponibili assegnati in passato alla Asl Lecce e che fanno riferimento all’ex articolo 20 della legge 67 del 1988. La possibilità di utilizzare questi fondi imprime una decisa accelerazione al progetto portato avanti da più di dieci anni dall’associazione Tria Corda, capofila della rete sociale SoloXLoro di cui fanno parte altre quattordici associazioni. “La Asl – ha spiegato l’assessore Palese – ha presentato un progetto di fattibilità e la Regione ha deciso di accoglierlo e di erogare un finanziamento iniziale id 11 milioni di euro. Poi sarà completato dal punto di vista finanziario, grosso modo nel giro di fine anno, per l’intera realizzazione dell’opera. I tempi saranno immediati. Abbiamo già fatto una comunicazione al direttore generale della Asl
La palla passa ora nelle mani della Asl Lecce che ha già messo a punto uno studio di fattibilità e ora dovrà realizzare il progetto definitivo prima di indire un bando di gara e dare il via libera agli interventi previsti. Nel frattempo procedono i lavori di trasferimento al Dea di alcuni reparti collocati al secondo piano dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce che verranno liberati per lasciare spazio al nascente Polo pediatrico.
“Per vincere questa sfida, tuttavia, – ha avvertito Rocco Palese – è necessario coinvolgere gli operatori sanitari, renderli protagonisti. Solo così ci aiuteranno a sbagliare di meno”.
Soddisfatto il presidente di Tria Corda Antonio Aguglia che ad ogni buon conto ha invitato con forza i dirigenti della Asl e l’assessore Palese a mettere mano da subito ad alcune questioni. “Siamo contenti per l’erogazione del finanziamento di undici milioni di euro ma non vorremmo che dietro al progetto del Polo pediatrico ci sia solo la storia della struttura. Servono i contenuti. Cosa ci impedisce di far partire da subito i posti di terapia intensiva pediatrica?”. Altra nota dolente è quella del pronto soccorso pediatrico. “I bambini costretti a ricorrere alle cure del pronto soccorso subiscono un doppio trauma perché si trovano ad aver a che fare con adulti in condizioni sanitarie difficili, a volte, disperate: è una cosa vergognosa. Dobbiamo intervenire subito su questo aspetto. Altro che iniquità di accesso alle cure, qui siamo in presenza di criticità enormi”.
Tris Corda chiede “atti concreti: posti di terapia intensiva, nomina dei vertici apicali, il pronto soccorso pediatrico anche con soluzioni transitorie che possano servire per tamponare situazioni difficili”. Per far funzionare il futuro Polo pediatrico – ha concluso Aguglia . occorrono tre cose: risorse, organizzazione e capitale umano. I professionisti – che operano sul nostro territorio- devono essere messi nelle condizioni di svolgere bene il loro lavoro”.
I bambini devono tornare al centro del sistema sanitario nazionale. La direzione è già stata indicata dagli esperti del settore ma inopinatamente dimenticata dal governo nazionale e dall’europarlamento, basti pensare che nel Pnrr non si fa minimamente cenno – salvo in rare eccezioni – alla pediatria. Lo ha ribadito ieri l’onorevole Paolo Siani, in collegamento durante la tavola rotonda, che ha colto l’occasione per lanciare alcune proposte, come l’Agenzia per l’Infanzia, “non un inutile carrozzone, ma un organismo capace di mettere relazione tutti coloro i quali si occupano di infanzia”. Siani ha proposto anche di uniformare a 18 anni il limite superiore dell’età pediatrica e di puntare con decisione alla pediatria di gruppo. Anche perché “di questo passo i medici pediatri di famiglia sono destinati a scomparire per mancanza di un ricambio generazionale”, gli ha fatto eco il direttore generale della Asl Lecce, Rodolfo Rollo.
Fondamentale anche il ruolo dell’Università. “Il nostro compito – ha ricordato il rettore di Unisalento Fabio Pollice – è quello di creare professionalità per affrontare e risolvere i problemi del territorio. Ma non basta. I giovani devono amare questa specializzazione. Fare il pediatra è una cosa bellissima. Dobbiamo saperlo raccontare, altrimenti rischia di far perdere l’entusiasmo ai giovani”.
Intanto Università del Salento e Asl Lecce lavorano a braccetto. Oggi Unisalento ha bandito un posto per un professore ordinario di Pediatria. Quanto a chirurgia pediatrica si sta lavorando all’individuazione di cattedre per la facoltà di Medicina e per la scuola di specializzazione“.
Sarà importante, dunque, fare rete. “Il Polo pediatrico – ha sottolineato Stefano Rossi, direttore della nascente Azienda ospedaliera Vito Fazzi – non dovrà essere inteso come building, come mura, bensì come punto di riferimento di professionalità e di condivisione delle stesse”.
Il rettore Pollice, infine, ha lanciato la proposta di creare nel Salento un progetto-pilota sul monitoraggio dello stato di salute dell’infanzia: “Potrei anche accettare un divario economico tra Nord e Sud del Paese, ma non posso accettare quello sanitario soprattutto se colpisce la salute dei bambini”.