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La Bielorussa e Soverato, doppio omaggio a Pasolini

BOLOGNA – EstroVersi Associazione culturale presenta da gennaio a giugno 2022 la Rassegna Un thè con la poesia 2022 “Vi perdeva la vita per riaverla: e la vita era reale solo se bella” (Omaggio a Pier Paolo Pasolini). Il 26 gennaio 2022, alle ore 17.30, al Grand Hotel Majestic, già Baglioni Bologna, in via Indipendenza 8 a Bologna verranno presentati da Cinzia Demi (operatrice culturale, poeta, scrittrice e saggista) i due volumi  “Il carro dorato del sole” – Antologia della poesia bielorussa del XX secolo a cura di Larisa Poutsileva (Carta Canta Edizioni) e Soverato di Ottavio Rossani (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno).  Questa nuova edizione della rassegna sarà dedicata a Pier Paolo Pasolini, nel centenario della sua nascita.

Sarà obbligatorio esibire il Green Pass Rafforzato (secondo la normativa sanitaria attuale). Durante gli incontri saranno serviti Thè Damman Freére (Gruppo Domori – Illy Caffè) con la presenza della promoter Federica Provasi e biscotti de Il Forno Di Calzolari; ci sarà spazio anche per la musica dei giovani musicisti selezionati dall’Associazione Euterpe Mousikè di Rita Marchesinii, a cura di Matilde Sola Bianchi.

Il carro dorato del sole a cura di Antologia della poesia bielorussa del XX secolo. A cura di Larisa Poutsileva (Carta Canta Edizioni) – La voce della poesia Bielorussa ha l’accento indiscutibile di una terra che non ha confini precisi, perché si chiama libertà.  Una terra martoriata di dolore, voci di poeti coinvolti nel destino di sofferenze del proprio popolo in un modo che molti dei cosiddetti poeti odierni, ripiegati sull’ombelico e sul vocabolario, faticano persino a comprendere. Ma, appunto, una antologia di tale poesia è salutare, riapre certe dimensioni comunitarie e responsabili della storia spesso assenti in una poesia postmoderna ormai resa esausta dei suoi stessi modi, nell’oscillare tra camera da letto e tinello con la caffettiera.  (Dalla quarta di Davide Rondoni)

La curatrice

Larisa Poutsileva, dottore di ricerca in scienze filologiche, è stata docente di Lingua russa per stranieri all’Accademia Politecnica Bielorussa di Minsk, all’Università degli studi di Algeri; trasferitasi in Italia nel 1988 ha insegnato la lingua russa alle Università degli studi di Perugia,  Bologna e Milano.  Ha pubblicato articoli di linguistica e letteratura contemporanea russa in Italia, Russia, Bielorussia, Germania, Francia e Ungheria; sussidi didattici e la monografia Lessico russo. Lessicologia e fraseologia (Clueb, Bologna, 2003).  Ha realizzato contributi sulla letteratura bielorussa ai Congressi internazionali di slavisti in Macedonia, Bielorussia e Serbia. Nel 2015 ha scritto La letteratura bielorussa per la IX Appendice all’Enciclopedia Italiana Treccani. Ha tradotto in italiano le poesie di N. Gumilev e in russo le poesie di Davide Rondoni e Alberto Bertoni.

Soverato di Ottavio Rossani (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno) – È un atto d’amore quello che Ottavio Rossani dedica alla sua città natale, Soverato. Una raccolta di poesie scritte tra la metà degli anni Settanta e oggi, alcune edite e altre inedite, dalle quali emerge in modo evidente l’amore per la propria terra, la “dolce e amara” Calabria. Sono poesie che evocano immagini vivide, dove il paesaggio si fonde con i moti dell’animo del poeta, scandisce il tempo del vissuto. Ottavio Rossani, oltre che poeta è anche pittore. Dalla parola all’immagine, i suoi quadri si fondono in modo armonioso con la forza della sua poesia: sono una vibrazione di colori, un’esplosione di luce a tratti velata da ombre. Leggere “Soverato”, il libro appena pubblicato da I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno, è viaggiare in una regione ricca di storia, bellezza e forti contrasti. La storia del poeta, emigrato al nord durante la giovinezza in cerca di fortuna, si lega alla storia della sua terra e la memoria individuale si amplia in memoria collettiva. Nei versi di Rossani si avverte il palpito dell’emozione che ogni volta si rinnova di fronte al “sole che brucia di stanchezza”, al “mare violento cobalto”, alla “spiaggia assolata e sola/rocce levigate e corrose”. La “sua” Soverato è il romanzo che il poeta ha scritto in queste intense poesie e che ancora continuerà a scrivere finché avrà “qualcosa da vedere, da imparare, /da scoprire, da raccontare”. In alcuni, struggenti versi si avverte il dolore legato al ricordo dei momenti vissuti insieme “all’unica donna amata” che vive ormai nella memoria e nel cuore del poeta “Planare in totale sconfitta/ sul violetto e violento vortice,/metafora dell’ossessivo dolore,/evocare oltre l’abisso il profilo/dell’unica donna amata”. Ma nelle poesie dell’autore c’è anche una condanna sincera degli acidi che corrodono la nostra società. In questo senso la poesia di Rossani, che ha una cifra lirica ben definita, affronta anche problemi di grande attualità e il poeta mostra una sincera indignazione nei confronti della corruzione, dell’ignoranza, delle prevaricazioni. La sua condanna è netta e senza mezzi termini in questo senso: “Amo i luoghi più degli uomini,/ sono migliori e originali,/anche se offesi e deturpati,/inquinati, invasi, violentati” e ancora “odio i tutti quanti offendono il cuore,/odio i detrattori della bellezza,/odio gli occhi che non sanno vedere,/odio le sconcezze volgari dei vili,/odio i ladri, i traditori, i mercenari,/odio chi può salvare e invece uccide”. Rossani, oltre che poeta è stato anche per anni inviato speciale per il Corriere della Sera in molti Paesi del mondo e questo gli ha permesso di “Curiosare tra le cose di altri mondi misteriosi (…) Parlare liberamente con persone sconosciute (…) bordeggiare il sentiero della solidarietà,/ sentirsi parte di una comunità che riconosce i diritti,/praticare l’amicizia con il diverso che respinge la pietà”. Il poeta sa cha “la poesia è sempre un atto di pace”, come ha scritto Pablo Neruda, e che Ulisse è stato e sarà sempre metafora della “Vicenda dell’uomo alla ricerca del nuovo. /L’eterna partenza perché possa esserci un ritorno”.

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L’autore

Ottavio Rossani  (Sellia Marina, 1944) è poeta, scrittore, pittore, regista teatrale. Abita a Milano. Laureato in Scienze politiche e sociali, fa il giornalista (40 anni al Corriere della Sera prima redattore, poi inviato speciale). Si è occupato di politica, economia, cultura, costume, cronaca. Ha intervistato umili e potenti, in Italia e all’estero. Ha viaggiato nei diversi continenti, soprattutto in America Latina. Ha pubblicato le raccolte di poesia: Le deformazioni (1976), Falsi confini (1989), Teatrino delle scomparse (1992), Il fulmine nel tuo giardino (1995), Hogueras (1998), L’ignota battaglia (2005), Riti di seduzione (2013); i saggi: L’industria dei sequestri (1978), Leonardo Sciascia (1990), Le parole dei pentiti (2000), Stato società e briganti nel Risorgimento Italiano (2002); il racconto storico: Servitore vostro humilissimo et devotissimo (1995). Dipinge: al suo attivo molte mostre personali e collettive. Dal 2007 è responsabile del blog Poesia sul Corriere della Sera on line (poesia.corriere.it). Collabora a diversi giornali, riviste e siti web, con editoriali sociopolitici e critiche letterarie. Con La luna negli occhi (2019) si aggiudica nel 2020 il Premio Letterario Camaiore. Per i Quaderni del Bardo edizioni di Stefano Donno cura la collana Fuochi, nella quale ha pubblicato la sua auto/antologia Soverato