“Quello del portatore è un mestiere nobile. In epidemiologia il portatore di un virus è colui che si è infettato, alberga il virus e può anche trasmetterlo più o meno a sua insaputa. Detta così, la figura del portatore potrebbe sembrare una minaccia insidiosa alla salute pubblica. In realtà rappresenta l’esempio concreto della famosa convivenza con il virus.
Effettivamente in piena fase pandemica scovare ed isolare i portatori asintomatici è centrale per il controllo della diffusione. Ha quindi molto senso lo screening esteso ed il contact tracing per identificare e bloccare lo sviluppo dei focolai.
Ma siamo sicuri che in questa fase la ricerca spasmodica dei portatori asintomatici sia effettivamente produttiva?
Quando dico ‘questa fase’ mi riferisco ad un momento della pandemia in cui la quota di individui completamente o parzialmente protetti rappresenta almeno il 90% della popolazione: mi riferisco a chi ha fatto tre dosi di vaccino sommati alla più variegata combinazione di una/due dosi di vaccino + una o più infezioni da SARS-CoV-2. In questa popolazione il portatore asintomatico non necessariamente rappresenta una iattura. Un’infezione lieve o totalmente asintomatica in un individuo parzialmente protetto sostituisce in effetti un richiamo vaccinale.
Perché accanirsi dunque su portatori asintomatici accertati o potenziali con un inferno di dispositivi di isolamento, quarantene, certificati e tamponi di uscita?
E’ il momento di dare una seria sforbiciata alle regole con le quali abbiamo fino ad oggi gestito la pandemia. Meno tamponi e più prescrizioni al cittadino che deve finalmente sentirsi investito da una responsabilità personale nel caso in cui sia stato a contatto con un positivo o abbia scoperto per caso di essere portatore del virus.
Le regole attuali stanno creando confusione, assenteismo ingiustificato dal lavoro e disagi al cittadino alla spasmodica ricerca di un salvifico tampone. Per non parlare della enorme frustrazione negli operatori sanitari che, nonostante il lavoraccio che fanno ormai da due anni, devono per giunta sentirsi dire che il tracciamento è saltato (come se il tracciamento servisse a qualcosa in questa fase) o che tengono prigionieri in casa cittadini in buona salute.
Riabilitiamo i portatori, responsabilizziamoli nel loro ruolo epidemiologico di equilibrio fra virus ed ospite e poniamo fine all’epidemia di tamponite”.