degli addetti ai lavori del Servizio Civile Universale
A seguito della pubblicazione del decreto di individuazione dei programmi di intervento di servizio civile universale da finanziare per l’anno 2021 è sorta la necessità, da parte di addetti ai lavori (coordinatori, formatori, progettisti, rappresentanti legali), di confrontarsi per analizzare, nel merito, gli esiti della graduatoria.
Veniamo da una esperienza, per molti di noi anche trentennale, nel mondo del volontariato e del servizio civile, partendo dall’obiezione di coscienza. Coordiniamo reti che rappresentano circa 150 enti e sono destinati ad aumentare, la maggior parte di noi è cresciuta grazie all’esperienza e alle competenze messe sempre a disposizione da parte della Regione Puglia. In passato ogni processo è stato governato dalla partecipazione attiva dei territori e dal confronto continuo. Successivamente alla riforma, i nostri interlocutori sono cambiati e avvertiamo un senso di lontananza istituzionale, nonostante la disponibilità tecnica che la Regione offre.
Dall’analisi della graduatoria si evidenzia una perdita importante di programmi e progetti finanziati in Puglia rispetto alle passate annualità. In generale le sedi locali di reti nazionali organizzate con un sistema decentrato di progettazione lamentano in moltissimi casi, per la Puglia, risultati smisuratamente più bassi di quelli registrati dagli Enti – delle stesse reti – di altre regioni e, nel caso di progetti in continuità con quelli già attivi, riscontrano una riduzione drastica dei punteggi rispetto alle annualità passate.
L’accentramento delle competenze a livello nazionale avrebbe dovuto garantire una maggiore omogeneità della valutazione, ma probabilmente i lavori non vengono esaminati da una unica commissione e lasciando, immaginiamo, spazio ad una maggiore discrezionalità che sta facendo la differenza. Auspichiamo, pertanto, che si prenda in considerazione l’ipotesi di un ritorno alla valutazione regionale dei progetti.
C’è da aggiungere che questa riforma ha pesato troppo sugli Enti più piccoli che, con grandissimi sforzi, sono riusciti a costituire piccole reti per avviare o continuare il percorso intrapreso istituzionalmente tanti anni fa per far conoscere, vivere il servizio civile sul proprio territorio. Uno sforzo che vede tanti di noi prestare ore di volontariato all’interno dei nostri Enti, spinti unicamente dalla passione e dal senso di appartenenza. Riteniamo che la prossimità ai bisogni sia spesso più facilmente raggiunta proprio dagli Enti più piccoli – sia organizzati in piccole reti locali sia in reti nazionali – o comunque attraverso i progetti nati e pensati sul territorio e per questo consideriamo l’esito di queste graduatorie fortemente penalizzante per le nostre comunità.
In Puglia, negli anni del compianto Assessore Guglielmo Minervini, quando le risorse erano insufficienti, la Regione invitava gli Enti vincitori a rinunciare ad una parte dei propri operatori volontari affinché un numero maggiore di progetti potesse essere avviato e un numero maggiore di comunità potessero beneficiarne. Ci rendiamo conto che questa prassi non può essere presa in considerazione sul livello nazionale ma non possiamo esimerci dal considerare che, probabilmente, un ritorno al numero minimo di 4 operatori volontari, anche nei programmi composti da due soli progetti, potrebbe per il futuro favorire l’incremento del numero dei progetti a finanziamento.
Riteniamo che il disposto combinato dell’esito delle valutazioni di programmi e progetti e il decreto di finanziamento 2021 rappresenti un duro colpo non solo per gli Enti della nostra regione ma anche per le Comunità sulle quali ricade l’impatto sociale delle azioni progettuali che quest’anno non vedranno la luce. La partecipazione agli Avvisi con programmi che devono prevedere due o più progetti, se da un lato risponde a principi di progettazione articolata per il perseguimento degli obiettivi del Piano triennale ed annuale, dall’altro e nei fatti fa diminuire matematicamente il numero di Enti che, rispetto alla disponibilità economica, possono accedere al finanziamento.
A gran voce e nello spirito della partecipazione e collaborazione che contraddistingue tutti gli attori impegnati nelle attività del Servizio Civile chiediamo che le istituzioni preposte alla realizzazione della misura procedano anche in un’attività di verifica e valutazione dell’impatto che il nuovo Sistema di presentazione dei Programmi di intervento di servizio civile universale ha generato in termini di risorse e competenze attivate o perdute, rispetto per le caratteristiche e le diverse peculiarità dei territori, con valorizzazione o esclusione delle significative realtà locali.
Chiediamo inoltre il coinvolgimento attivo degli enti di servizio civile nelle fasi di costruzione dei percorsi inerenti il Servizio Civile Universale: dalle modalità di elaborazione dei Programmi alla gestione dei volontari, alle procedure di
gestione, che preveda l’ascolto e la considerazione anche delle realtà locali e più piccole, da realizzarsi anche tramite gli Uffici Regionali.
Ci auguriamo di ricevere un confronto in tempi brevi e, nel frattempo, continueremo a spargere i semi valoriali che ci contraddistinguono, nell’interesse delle comunità che rappresentiamo, dei giovani e dei territori dove operiamo.