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Mercatino Etnico, Tribunale accoglie ricorso contro il Comune di Lecce

LECCE -Il Mercatino Etnico sembra avere avuto la meglio sul Comune di Lecce.

Lo scorso 15 giungo un’ordinanza comunale aveva imposto al Consorzio la cessazione immediata di ogni attività di vendita al dettaglio, il rilascio della struttura, lo sgombero dei trenta box entro trenta giorni, nonché intimato il ripristino dello stato dei luoghi e il pagamento della somma di euro 38.932,06.

Lo scorso 7 dicembre, invece, la prima Sezione del Tribunale di Lecce, composta dal Presidente ed Estensore  Katia Pinto,  Alessandra Cesi e Antonio Barbetta, ha accolto integralmente il reclamo del ricorso d’urgenza presentato dal Mercatino Etnico, condannando il Comune leccese al pagamento delle spese di giudizio.

Il Consorzio, rappresentato e difeso dagli avvocati Roberto De Giuseppe e Alfonso Basta, aveva impugnato e contestato l’Ordinanza del Comune, evidenziando l’assoluta carenza di potere ad emettere atti autoritativi, l’illegittimità e l’insussistenza dei presupposti, l’illogicità e l’irragionevolezza dell’operato dell’Amministrazione comunale. Nell’occasione era stato anche sottolineato il danno grave e irreparabile cagionato ai Consorziati e alle loro famiglie.

Il Tribunale di Lecce ha quindi accolto pienamente le argomentazioni difensive del Consorzio, rilevando che “non è dato rinvenire – come comunicano i legali del Mercatino – alcun contratto formalmente stipulato dalle parti, né alcun atto di determinazione del canone, non quantificato nel bando nemmeno per relationem , né alcuna nota con cui il Comune di Lecce dal giugno 2015 all’aprile 2021 avrebbe denunciato l’inadempimento del Consorzio agli obblighi.”

Il Tribunale di Lecce ha sottolineato che “non può contestarsi al Consorzio l’abusività dell’occupazione, considerato non solo che i posteggi risultano occupati dai legittimi assegnatari, selezionati all’esito della gara pubblica indetta nel 2014 previa verifica dei requisiti soggettivi previsti, ed immessi nel possesso dallo stesso ente locale in epoca imprecisata  ma soprattutto che l’assenza del titolo è dipesa dal fatto dello stesso Comune di Lecce, il quale non risulta aver mai formulato alcun invito alla stipula od eventuale richiesta di integrazione di dati anagrafici o documenti, nemmeno ad evasione delle sollecitazioni all’adempimento formulate dal reclamante nelle date del 21.9.2016, del 16.11.2017 e del 12.01.2018”.

“Né può sottovalutarsi – osserva sempre il Tribunale di Lecce – il lucrum che il Comune nel corso dell’intero periodo ha ricevuto dall’occupazione, commisurato sia alle spese per la manutenzione straordinaria dell’immobile che il Consorzio ha in parte documentato di aver sostenuto pur non essendovi obbligato, che al risparmio di spesa che la sistematica manutenzione ordinaria eseguita dal Consorzio abbia garantito al Comune, che infine al tornaconto che all’immagine pubblica dell’ente la funzionalità e la cura di un mercato interetnico ha potuto procurare. Il Tribunale di Lecce ha quindi concluso per l’accoglimento del reclamo e del ricorso formulato dal Consorzio “Il Mercatino Etnico”.

“La pronuncia del Tribunale – concludono gli avvocati del Mercatino etnico – ha un particolarissimo rilievo per i Consorziati e per le loro famiglie che, a seguito del provvedimento comunale oggi sospeso, erano stati privati per sei mesi della fonte di sostentamento derivante da un’attività lavorativa lecita, espletata già in un periodo di forte contrazione economica generata dalla pandemia, ma comunque onorando sia gli impegni formalmente assunti che quelli non convenuti ma funzionali alla qualità e visibilità del servizio reso, oltre che al pubblico interesse.”