Emiliano inaugura la mostra sui profughi ebrei a Lecce
LECCE – “È un momento di grande emozione e commozione poter condividere insieme alla Città di Lecce e al Salento i contenuti di questa mostra”.
Così il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano intervenendo nel pomeriggio presso il Museo Ebraico di Lecce alla conferenza stampa di presentazione della mostra “Dalla Terraferma alla Terra Promessa: Aliya Bet dall’Italia a Israele, 1945-1948”, organizzata in collaborazione con Pugliapromozione, Museo EretzIsrael di Tel Aviv e Fondazione Museo della Shoah di Roma e patrocinata da Regione Puglia, Provincia di Lecce, Comune di Lecce, Ambasciata d’Israele in Italia, UCEI e Università del Salento.
“È una mostra – ha continuato il Presidente Emiliano – che è nata durante la nostra ultima visita a Tel Aviv. Una visita straordinaria, ricca di contenuti e di emozioni. Quando siamo andati a vedere il museo più importante della città, accanto al personale e ai dirigenti di questo Museo abbiamo immaginato di fare qualcosa anche in Puglia, ricordando con grande orgoglio il contributo che il Salento ha dato per il ritorno a casa di tanti ebrei, che sono stati sostenuti e sono stati aiutati a ricostruire una patria e un luogo dove poter vivere. Uomini e donne del Salento che hanno dimostrato che la radice del popolo italiano non coincideva con la vergogna delle leggi razziali e del nazifascismo. E oggi la nostra responsabilità è ancora più grande e più determinata.”.
“Sono particolarmente orgoglioso – ha commentato l’Assessore regionale alla Cultura Massimo Bray – che Lecce ospiti questa mostra. Credo sia un segno di attenzione doveroso verso una delle pagine più dolorose dell’umanità. Un momento importante per avvicinare le nuove generazioni alla storia dei profughi sopravvissuti alla Shoah, la necessità, come ci ricorda sempre la senatrice Segre, di difendere il valore della memoria”.
Inaugurata nel 2016 presso il Museo Eretz Israel di Tel Aviv, in Israele, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la mostra è stata ospitata a Milano, Roma e La Spezia, ottenendo largo consenso di pubblico. Nel 2021 arriva al Museo Ebraico di Lecce. La mostra narra, attraverso un suggestivo percorso di immagini d’epoca con estese didascalie, uno dei più importanti periodi della storia ebraica, successivo alla tragedia della Shoah e annunciatore della costituzione dello Stato d’Israele. Le belle foto in bianco e nero documentano la permanenza dei profughi ebrei, per la maggior parte sopravvissuti ai campi di sterminio, nei campi di transito (DP Camps) organizzati in Italia, soprattutto in Puglia, nel periodo seguente la loro liberazione e la loro partenza per l’emigrazione clandestina (Aliya Bet) in Terra d’Israele.
“Questa mostra – ha affermato Smadar Shapira, rappresentante dell’Ambasciata d’Israele – è parte della realizzazione di un sogno, il sogno sionista di tutti coloro, gli ebrei, che pensavano di tornare nella propria terra. Anche mia nonna era una ebrea profuga che arrivò in Israele attraversando il Mediterraneo in una barca. È ammirevole la generosità del popolo italiano che ha aiutato i profughi ebrei ad emigrare nella terra che poi sarebbe diventata quella di Israele”.
“La mostra che abbiamo inaugurato oggi – ha dichiarato invece Fabrizio Lelli, Direttore del Museo Ebraico di Lecce – parla di un aspetto estremamente significativo della storia dei rapporti tra l’Italia e il nascente Stato di Israele. In realtà i fatti si rapportano soprattutto alla presenza di numerosissimi profughi perlopiù scampati alla Shoah, che si trovarono a transitare dai campi profughi allestiti nell’area pugliese e soprattutto salentina, ma anche in altri centri d’Italia. Passando dalla Puglia e in particolare dal Salento queste persone riconquistarono in parte questi diritti e si rianimarono dalla volontà di salpare verso la Terra d’Israele”.
“La Fondazione della Shoah – ha sottolineato Micaela Felicioni della Fondazione Museo della Shoah di Roma – è onorata oggi di questa mostra, soprattutto perché veicola un tema ancora poco noto. Un tema che parla della solidarietà e dell’accoglienza di un Paese. La Fondazione museo della Shoah è impegnata su questo fronte soprattutto perché riteniamo sia un tema attualissimo, di civiltà, che riguarda tutti noi ancora oggi”.
“Per me è un grande onore inaugurare a Lecce questa mostra – ha commentato la curatrice della mostra Fiammetta Martegani – che racconta la storia dei ventunomila profughi ebrei scampati alla Shoah che dai porti italiani sono riusciti a raggiungere il nascente Stato di Israele. In questa epopea la Puglia ha avuto un ruolo fondamentale non solo perché dieci delle trentaquattro navi partirono dai porti pugliesi, ma soprattutto perché nel Salento molti di questi sopravvissuti vennero accolti nei campi profughi”.
“Abbiamo immediatamente aderito al progetto di questa mostra – ha detto Luca Scandale, dirigente Pugliapromozione – perché le iniziative culturali sono il volano delle nostre attività di promozione del turismo. Grazie a questa esperienza ho conosciuto tutte le forze che sono in campo qui al Museo ebraico di Lecce, una forza per il Salento e per la Puglia. Questa mostra sicuramente valorizza l’intero territorio e l’avvio del volo diretto che collegherà la Puglia a Tel Aviv potrà essere foriero di nuovi scambi e prospettive di crescita”.
Alla conferenza stampa erano presenti: Alessandro Delli Noci (Assessore regionale allo Sviluppo Economico), Fabiana Cicirillo (Ass. Cultura, Comune di Lecce), Andrea Romano (Capo di Gabinetto della Provincia di Lecce).