Il ruolo del portiere è probabilmente quello più difficile nel gioco del calcio. Appena commette un errore, tutti gli occhi sono puntati su di lui, mentre una bella parata viene vista unicamente come qualcosa di doveroso. Il portiere è fondamentale nell’economia di un campionato ed è anche il leader che guida la propria difesa e spesso tutta la squadra. Fa parte di quella spina dorsale che ogni club dovrebbe avere salda per poter vincere.
Il Lecce è fortunato perché Vasconcelos Gabriel è una assoluta certezza da ormai tre stagioni, anche se le due precedenti non proprio da ricordare visto che sono state caratterizzate da una retrocessione e da una mancata promozione. Quest’anno con Baroni il portierone brasiliano sembra aver trovato quella garanzia difensiva giusta per evitare di prendere i gol subiti nelle due stagioni precedenti. Nelle ultime tre partite ha subito solo un gol e sono già tre i “clean sheet” stagionali, cioè le partite in cui non ha subito marcature.
Per Gabriel, però, non è importante quanti saranno i palloni che varcheranno la sua porta, ma l’obiettivo della promozione. «Non penso ai clean sheet, perché sarebbe solo una soddisfazione personale.» Così il portiere in conferenza stampa ad Acaya, dove il Lecce ha ripreso la preparazioni dopo la vittoria netta sul Monza. «Conta solo vincere e si vince se si segna un gol in più dell’avversario. Infatti preferisco che una gara si risolva per 4 a 3 a nostro favore, piuttosto che non subire gol per molte partite.»
Gabriel parla del momento di crescita della squadra giallorossa. «Nel calcio non c’è tempo per amalgamarsi a dovere e noi quest’anno abbiamo cambiato tanto. Per fortuna siamo stati bravi a sfruttare i momenti per creare un ottimo gruppo e i risultati si stanno vedendo subito. Gare come quelle di Cremona o in casa contro il Como ci hanno fatto crescere. Questo non significa che non potranno esserci più giornate negative, ma che la squadra sta procedendo in un percorso che punta a togliersi grandi soddisfazioni.»
Per Gabriel la maglia giallorossa sta diventando una seconda pelle, visto che ha già superato le 80 presenze e il suo obiettivo è quello di restare da leader a lungo nel Salento per aiutare nella crescita i giovani. «Quando arrivai in Italia, al Milan, fui aiutato da Coppola (ex portiere rossonero n.d.r.) per integrarmi. Per questo sento sempre l’esigenza di aiutare i più giovani in gruppo. Sono onorato di indossare questa maglia che sento particolarmente perché in passato non ho trascorso più di una stagione in un club. Qui sono già al terzo campionato e i ricordi iniziano ad essere tanti. Non ho parate che userei come copertina di questa avventura, mi basta che la mia famiglia si trovi bene a Lecce come io mi trovo benissimo nello spogliatoio.»