LECCE – Con l’atteso debutto regionale de “La Luna dei Borboni”, ultima produzione di Fredy Franzutti, prosegue la VI edizione della “Stagione di Danza” del Balletto del Sud, realizzata in collaborazione con il Comune di Lecce e il Teatro Pubblico Pugliese. L’appuntamento è per domenica 8 agosto 2021 alle ore 21.30 nel Chiostro del Convento dei Teatini, nel centro storico del capoluogo salentino.
Lo spettacolo, ispirato all’omonima poesia di Vittorio Bodini – poeta al quale è legata diversa attività produttiva e creativa del coreografo salentino – inscena le atmosfere evocative dell’area mediterranea raccontata dal poeta.
Franzutti, in questa nuova produzione – che si anima sulle note appositamente create dai musicisti e compositori salentini Rocco Nigro e Giuseppe Spedicato – usa un linguaggio personale proteso verso il teatro contemporaneo, collegando lo spettacolo alla propria produzione iniziale. Utilizza come elementi ispirativi e asse della ricerca le pertinenze territoriali con il Sud, inteso come appartenenza alla Magna Grecia, il rapporto con i popoli del mare, l’utilizzo della matrice popolare e l’argomento del testo poetico per creare la nuova narrativa coreografica.
Protagonisti de La Luna dei Borboni sono i primi ballerini e i solisti della storica compagnia di danza pugliese, Nuria Saldo Fusté, Matias Iaconianni, Ovidiu Chitanu, Alice Leoncini, Lorenzo Lupi, Aurora Marino, Eva Colomina, Benedetta Maldina, Luana Paníco, Joao Soledade, Christopher Vazquez.
Lo spettacolo, che proprio in queste settimane sta riscuotendo grande successo in una tournée che sta facendo tappa in alcuni dei più importanti festival italiani, al suo recente debutto – per soli addetti ai lavori – lo scorso aprile al teatro Apollo di Lecce, ha avuto elogi dalla critica («un turbinio di movimenti attinti al miglior teatro-danza di un tempo e a quello di oggi, di stampo espressionista e contemporaneo, intensamente poetico. Franzutti mette in scena bravissimi interpreti creando un paesaggio di anime i cui movimenti disegnano una geografia interiore in un luogo senza tempo, eppure riconoscibile in un Sud arcaico e inviolato, animato da una festosa malinconia sognante» Giuseppe Distefano – Danza & Danza).
Il Sud, un’originale “invenzione
Il Sud è per Bodini – e per lo spettacolo – un’originale “invenzione”, che parte da una precisa realtà storica e geografica, con tutti i problemi di natura sociale ed economica, e si elabora in una reinvenzione fantastica.
Il luogo è fatto di atmosfera, di costumi, di abitudini di vita di una concreta realtà e anche se non mancano gli elementi reali, si parte per poi trasfigurarli in progetto futurista. La situazione è sognante e rilassata come il ricordo di una festa di un santo nella piazzetta del quartiere, dove eravamo ancora tutti assieme, tutti vivi.
Il Meridione è sospeso ed immutabile e anche “l’Unita d’Italia” – intesa come fenomeno della contemporaneità o paradigma degli eventi del contemporaneo – non modifica e non condiziona lo stato delle cose che continuano nella condizione di rarefatta esistenza, di incontro collettivo inconsapevole, di oblio delle problematiche contingenti.
La fisarmonica è il suono costante che accompagna le feste. Non è semplice come il tamburello, ha l’evoluzione dello strumento complesso ed è sospesa tra il mondo rurale e quello della società periferica.
“La luna dei Borboni”, poiché nulla è modificabile nella sostanza delle cose e nella trasposizione fantastica, muta il luogo della sofferenza in una parentesi di rilassatezza, trovando la forza delle proprie origini illustri e la fierezza della appartenenza alla Magna Grecia.
La perdita totale della connotazione geografica proietta le immagini evocate in una condizione globale della situazione umana (“Il Sud ci fu padre / e nostra madre l’Europa”. Bodini). Non mancano le partenze, le migrazioni, che accomunano gli abitanti del luogo agli uccelli, migrazioni cicliche con ritorni o con permanenze.
La Luna dei Borboni gode del patrocinio e dell’autorizzazione al titolo del Centro Studi Bodini.