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Malati gravi, “assistenza inadeguata”. Una Oss scrive al Ministro

LECCE – Le ore di assistenza garantite dal Servizio Sanitario Nazionale rivolte a pazienti con infermità gravi  sono troppo poche e non adeguate alle esigenze di pazienti e familiari. Rita Maggio, operatrice socio-sanitaria di Lecce, da qualche mese porta avanti la sua battaglia affinché vengano assicurati aiuti sufficienti alle persone affette da malattie invalidanti come Sindrome Laterale Amiotrofica (Sla) e Atrofia Muscolare Spinale (Sma), ventilo-dipendenti. “Le ore di supporto Sanitario e socio assistenziale erogate dagli organi competenti – spiega la Oss –  sono sempre più irrisorie e non coprono quasi mai le reali esigenze dell’ammalato e dei caregiver”.

Nonostante la giovane età Rita ha lunga esperienza nel settore sanitario e molto spesso ha dato assistenza a malati terminali o con gravi deficit, pazienti tracheostomizzati, che necessitano di assistenza quotidiana e continua. Durante il lockdown si è prodigata per denunciare lo stato di abbandono di pazienti e famiglie attraverso un video nel quale chiedeva, alle Asl di zona, di provvedere a velocizzare le procedure di vaccinazione anti-Covid per i soggetti più fragili.

Da tempo volontaria dell’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica è attivista per i diritti del malato e lotta per il riconoscimento e l’erogazione del servizio di assistenza di terzo livello h24. Ad oggi le regioni sono state in grado di aggiungere al monte ore esistente, soltanto una quota irrisoria in più e per giunta a tempo determinato.

Attraverso le sue pagine social l’operatrice ha dato voce a quei pazienti dimenticati che non sono più in grado di raccontare il proprio disagio. È stata sua premura contattare associazioni, direzioni sanitarie, organi istituzionali e sensibilizzare quante più persone possibili. In più ha inviato una lettera diretta al Ministro della Salute Roberto Speranza al quale ha rivolto un accorato appello perché al più presto si possa tutelare legalmente il “diritto di ogni individuo, ogni ammalato, ogni famiglia di avere una copertura assistenziale, un supporto sanitario e socio-assistenziale che possa coprire un’intera giornata”.

Il diritto alla salute è uno dei cardini del Sistema Sanitario Nazionale dal quale non si può prescindere e che non può essere soggetta a restrizioni. “Non può esserci un tempo determinato nell’assistenza di una persona – ha specificato nella lettera – la malattia non ha scadenza”.

Una risposta ancora non è ancora arrivata, ma Rita non si arrende e ci tiene anche a far sapere che la sua non è una supplica perché “non si può elemosinare l’assistenza domiciliare, ma deve essere riconosciuta ed erogata senza limiti, gli ammalati non possono accontentarsi delle briciole”.

Continuerà a battersi, anche attraverso le pagine di un nuovo blog dedicato perché a tutti, senza distinzione alcuna, venga riconosciuto il diritto ad una vita dignitosa.