VENEZIA – Il Lecce non c’è e si vede chiaramente. A Venezia i giallorossi hanno giocato senza ritmo, mentalmente apatici e scarichi fisicamente, come se ci fosse un abisso a livello atletico tra di loro e i lagunari. Diciamolo chiaramente, il Venezia ha giocato con idee tattiche e con grinta, dimostrando di avere più benzina nelle gambe anche dopo i centoventi minuti del turno precedente, a differenza di un Lecce che ha sbagliato approccio in entrambi i tempi, che ha giocato in modo prevedibile e che ha avuto solo una grande occasione con Coda subito dopo il gol che ha deciso la gara. Il centravanti campano, però, l’ha fallita clamorosamente, apice della peggiore prestazione da quando è arrivato nel Salento.
Nel primo tempo è esistito solo il Venezia che ha collezionato un numero impressionante di calci d’angolo e che nei soli primi dieci minuti di gioco poteva contare almeno tre occasioni nitide per passare. I giallorossi, invece, subivano passivamente dimostrando di soffrire il gioco sulle fasce dei veneti e non ripartendo mai di rimessa. L’unico guizzo del primo tempo giungeva dopo la mezz’ora quando Stepinski colpiva di testa un bel cross di Maggio, ma indirizzava la sfera centralmente.
Alla fine del tempo era Gabriel che doveva sfoderare una delle sue più belle parate per dire di no ad un tiro potente di Forte sul quale non era riuscito a chiudere Dermaku, preferito a Meccarielloda Corini. Nell’occasione, però, il più colpevole era Lucioni a non fermare il guizzo del norvegese Johnsen, dimostrando di non vivere un ottimo periodo di forma.
Ad inizio ripresa la coppia centrale giallorossa non aveva, però, grandi colpe sulla bella giocata Maleh-Forte che portava al gol del vantaggio lagunare dopo appena tre giri di orologio, anche se era tutta la squadra ad aver palesato un nuovo mancato approccio positivo al fischio iniziale.Da quel momento in avanti il Lecce provava a metterci anche il cuore, ma i limiti di una squadra, che vive delle giocate individuali più che di idee dettate dalla panchina, apparivano evidenti.
Coda ha subito una grande occasione, ma tira debolmente, poi è Henderson, subentrato ad un modesto Bjoerkengren,ad offrire maggiore brio a centrocampo, ma è troppo poco per creare problemi alla retroguardia veneziana. Dall’altra parte una punizione dalla trequarti di Taugourdeau, termina in rete, ma per fortuna dei giallorossi è un tocco di mano di Modolo a spingere la sfera oltre Gabriel. Marini annulla e fa tirare un sospiro di sollievo alla panchina giallorossa.Con il passare dei minuti il Venezia cala atleticamente e il Lecce soffre meno rispetto ai primi due terzi di gara, ma davanti non punge affatto anche perché Yalcin si dimostra poca cosa in area di rigore e le assenze di Pettinari e Rodriguez si fanno sentire.
Al fischio finale di un buon Marini, i giallorossi possono solo essere felici per la sconfitta di misura, sperando di cambiare marcia giovedì. Quattro sconfitte nelle ultime cinque partite potrebbero, però, essere un macigno molto pesante per una squadra che appare apatica e che il suo tecnico non sta riuscendo a guidare fuori dal tunnel della crisi.