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“Civica” si spacca. “Prossima” suona la sveglia alla politica cittadina

LECCE – Approccio multidisciplinare e multiculturale ai progetti che riguardano la città con metodi partecipativi. Questa la mission di Prossima, neonata associazione politica cittadina che nasce dalle ceneri di Civica, già parte integrante della maggioranza nel Consiglio Comunale leccese e presente anche in Giunta con la delega alla Cultura di Fabiana Cicirillo.
Oggi, però, nell’ottica di una maggiore forza di aggregazione, ai vecchi nomi che un tempo aderivano a Civica, nata a sua volta dall’esperienza di Idea per Lecce, se ne aggiungono di nuovi. E qualcun altro, invece, viene meno. E da Prossima giungono critiche velate all’indirizzo della maggioranza di cfentrosinsitea guidata dal sidnaco Salvmeini: “Oggi, anche per effetto della pandemia che ha lasciato scoperte e indifese molte persone, emerge con ancora più forza la voglia di creare coesione e aggregazione. Le energie e le riflessioni sedimentate nel corso dei mesi di lockdown e distanziamento, evidentemente, potranno dare un impulso diverso. Il fermento di idee e la voglia di partecipazione che sta emergendo in città spinge a cercare nuovi percorsi che conducano a nuove aggregazioni basate sul dibattito aperto e inclusivo”.
I firmatari dell’atto costitutivo di questo nuovo progetto di approccio civico alla politica locale sono: Nicolangelo Barletti, Juri Battaglini, Valentina Battaglini, Ermelinda Bircaj, Anna Carlà, Fabio Foscarini, Giafranco Galluccio, Rosa Laguardia, Roberta Marazia, Giovanni Marsella, Antonietta Salsetti, Luigi Solido, Luigi Sanasi, Luigi Sansò, Fabio Tolledi, Bledar Torozi.
“L’intento – fanno sapere – è quello di essere un’associazione che possa esprimere la propria incisività in proporzione alla capacità di informare, comunicare e coinvolgere i cittadini nei processi di partecipazione sociale e culturale; uno spazio per la discussione, per l’ascolto delle idee, dei bisogni, e la loro traduzione in progetti che portino alla trasformazione del territorio. Siamo convinti che l’ambito progressista del quale ci sentiamo parte attiva non possa indurci ad atteggiamenti di mero consenso, ma debba ricercare forme di confronto e di approfondimento aperte a tutti i cittadini”. Parole che sembrano presagire a un new deal per provare a dare una sveglia alla politica cittadina.