“Donne in movimento”, con un occhio al sociale e uno alla politica
LECCE – “DiM” come acronimo di “Donne in Movimento” è il nome che avanza. Si tratta del nuovo gruppo politico caratterizzato da un direttivo formato da sole donne. Imprenditrici e professioniste pronte a scendere in campo per la salvaguardia dei diritti umani, dei bambini e dei più deboli, col fine ultimo di contribuire ad un futuro migliore per le nuove generazioni.
Il movimento indipendente della presidente Ilaria Tesoro (
“Abbiamo scelto di metterci la faccia e spenderci nel sociale con tutte le nostre forze per opporci alle ingiustizie che stiamo subendo durante questa pandemia – dichiara Ilaria Tesoro – Ci tengo a precisare che non siamo femministe, negazioniste o no vax, ma siamo un movimento che sposa la libertà d’espressione. Vogliamo salvaguardare i diritti umani che sono stati pesantemente violati. Non siamo una lista civica e non facciamo tessere, ma sicuramente ci candideremo alle prossime elezioni comunali di Lecce”.
“Intendiamo contrastare gli abusi che un governo non eletto sta mettendo in atto da oltre un anno – prosegue la consigliera Elvira Picca -. Ci stanno imponendo dei Decreti illegittimi che violano i diritti umani come il diritto al lavoro e il diritto alla libera circolazione. L’Italia è una Repubblica fondata sulla democrazia, quindi noi tutti siamo vittime di veri e propri abusi”.
Donne in Movimento con sede a Lecce in viale Otranto 28, si rispecchia anche nelle idee chiare della vicepresidente Maria Vincenza Elia, nonché presidente dell’associazione culturale Academy Koan Ohana: “Ci batteremo affinché i medici di base possano tornare a curare i propri pazienti in casa e faremo informazione scientifica avvalendoci di figure professionali altamente qualificate. Tratteremo le tematiche relative alla buona alimentazione e al rafforzamento del sistema immunitario. Ci renderemo artefici di iniziative volte alla valorizzazione del nostro territorio e delle nostre tradizioni, ma soprattutto porremo l’attenzione sulla promozione della scuola parentale. Perché crediamo che la scuola di sistema sia nociva per il bambino – conclude Elia – I bambini devono sentirsi imprenditori di se stessi e vanno guidati e istruiti in maniera individuale affinché possano esprimere e sviluppare le loro attitudini. In questo progetto politico staremo sempre dalla parte delle fasce più deboli dando vita ad iniziative a scopo solidale”.