“Favorendo la chiusura di queste attività, anche in Puglia e nel Salento, non si fa altro che alimentare il lavoro nero, sia di coloro che erano già abituati a farlo,ancor prima della pandemia, sia di chi ha un regolare ed autorizzato salone per la cura e bellezza, ma che è disposto a violare la legge pur di racimolare qualche euro”. Il Claai, il sindacato di categoria, prende posizione alla luce dell’ennesimo decreto del Governo che in pratica estende la zona rossa per tutto il mese di aprile e chiede la riapertura di parrucchieri, barbieri ed estetisti.
“Con le bollette e le tasse da pagare, e con i costi degli ingenti investimenti effettuati che vanno saldati nei tempi prestabiliti, la percentuale di chi infrange le regole anche da noi rischia di essere altissima – spiega il segretario regionale pugliese Sergio Vitulano – L’incontro tra l’artigiano compiacente ed il cliente che non resiste ad una ritoccatina avviene di norma in ambienti non protetti e con materiale non sterilizzato, esattamente il contrario di quello che è accaduto nell’ultimo anno in tutte le attività presenti sul territorio Pugliese”.
Insomma, la fotografia che già da 15 giorni si presenta davanti e che rischia di proseguire anche per tutto il mese di aprile, è “impressionante”: i numeri delle prestazioni di cura e bellezza effettuate nelle case (con il via vai pericoloso di altri congiunti) o peggio ancora in garage improvvisati tra scatoloni e polvere, è oramai fuori controllo, e dispiace che il Governo non riesca ad arginare questo malcostume che ci preoccupa sia in chiave di sicurezza sul lavoro, ma soprattutto in un’ottica (preoccupante) da contagio Covid. Dispiacerebbe se fra qualche mese si dicesse che uno dei motivi dell’aumento dei contagi sia dipeso proprio da questi contatti fuorilegge”.
Secondo il sindacato tutti questi incontri furtivi sicuramente “hanno già generato possibili focolai e, se non ci sarà un dietrofront del Governo, garantendo l’apertura di queste attività già da dopo Pasqua, non si farà altro che alimentare lavoro nero e misure di sicurezza anti-Covid decisamente non congrue con i protocolli delle Asl e del comitato tecnico-scientifico”. Da qui la decisione del Claai Puglia, di inviare una lettera a tutti gli associati pugliesi e salentini che operano in questi settori, pregandoli di “non trasgredire le regole, perché potrebbero mettere in pericolo sia la propria salute, ma anche quella dei clienti (trasgressori) e soprattutto di tutti i loro congiunti”.