I giardini e gli orizzonti poetici di Alessandra Paradisi
LECCE – Nuova pubblicazione della casa editrice i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno dal titolo Pardes di Alessandra Paradisi nella collana Fuochi diretta dal giornalista, poeta e critico letterario Ottavio Rossani. Un lavoro singolare che affonda le sue radici nella storia dell’uomo o meglio nella storia del simbolo dell’umanità, che attraversa ere, saperi, conoscenze talvolta più antiche della civiltà stessa.
La recensione di Rossani è un passepartout e insieme un invito a leggere questo volume: “Poema inusuale e imprevedibile, questo Pardes (Paradiso): nel nome dell’autrice c’è il suo destino letterario. Leggere il dettato biblico della Genesi sulla propria misura di poeta, che interpreta, ma soprattutto intuisce. La meta: tradurre i pensieri del testo sacro in una leggibilità contemporanea. Un’ispirazione di umanità lontana dalla storia, nell’annullamento dello spazio-tempo, per respirare l’illuminazione del racconto eterno della Creazione. Il coraggio sfiora l’ardimento di capovolgere il senso della visione e suggerire l’umiltà di conoscere l’esperienza umana attraverso il rigore letterario del proprio nome, invertendo la prospettiva storica dell’esistenza: non più il passare del tempo, ma il sentire dell’essere”.
Nella postfazione al volume l’autrice racconta se stessa e i suoi orizzonti intellettuali : “La mia vita, come per ognuno di noi, è tutta nel nome: Alessandra Paradisi. Alessandra deriva dal greco Aléxandros (difensore degli uomini). Paradisi prende origini dal persiano pairidaeza per approdare al greco paradeisos e all’ebraico pardes, conservando lo stesso significato originario (giardino/recinto). Sono nata, lavoro e vivo a Roma e ho trascorso significativi periodi della mia vita nei paesi arabi. Ho solcato i mari mossi della giovinezza, ho combattuto battaglie personali e sociali, ho attraversato i deserti esistenziali dell’età di mezzo, per incontrare le parole. Come? Partendo da Aléxandros alla ricerca di Pardes, attraverso il Mediterraneo ed i suoi alfabeti. In primis quello ebraico. L’alfabeto ebraico (praticamente identico nella lingua antica e moderna) come per quasi tutte le scritture semitiche, compreso l’arabo, non ha vocali ma solo consonanti (anche se naturalmente nella lingua parlata le vocali si pronunciano). Per questo si dice che la Torah (il Pentateuco), che è stata scritta senza vocali e senza interpunzioni, è un libro “vivo”, che muta nel tempo e nello spazio a seconda di chi legge e quando legge. Lo stesso meccanismo anima la Poesia: un dialogo tra chi scrive e chi legge che porta lontano, oltre l’orizzonte del testo. La rima è un modo per varcare l’orizzonte. Le assonanze, le analogie, le permutazioni, sono strumenti di creazione continua ed imprevista (come nel vascello fantasma) che si offrono ad ogni lettore. Questa conoscenza sapienziale si traduce nella Cabala in una parola: Prds (Pardes)”.
Alessandra Paradisi vive e lavora a Roma. Dirigente della Rai, è esperta di relazioni internazionali e di comunicazione. Ha rivestito nel corso degli anni ruoli importanti in organismi istituzionali e incarichi di vertice in associazioni internazionali del settore audiovisivo dell’area euromediterranea. Ha pubblicato due raccolte di poesie: Petrouchka (Omaggio a Stravinsky), 1989, San Marco Libri. CodiceinVerso, 2008, Editori Riuniti
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I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno
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