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I Maneskin trionfano a Sanremo 2021

E’ finita. Stremati, alle 2.30 di notte abbiamo finalmente scoperto chi ha vinto il 71° Festival di Sanremo. A proposito, sembra proprio che il nostro sondaggio su Twitter si sia avverato: i Maneskin andranno all’Eurovision Song Contest, in quanto vincitori di questa edizione di Sanremo (a meno che non rinuncino, ma ne dubitiamo).

Giovanissimi, convincenti, grintosi e carismatici, si sono portati a casa la vittoria contro il grande favorito Ermal Meta e Francesca Michielin e Fedez.

Il premio della sala stampa è andato a Willie Peyote, il premio Lucio Dalla a Colapesce e Dimartino, il premio per il miglior testo a Madame e quello per la miglior composizione musicale ad Ermal Meta.

Potevano dare il premio per la composizione musicale ad Orietta Berti per ringraziarla di tutti i sorrisi che ci ha fatto fare dentro e fuori dall’Ariston? Sì, anche perchè a nostro parere, la canzone di Meta non ci sembra un gran capolavoro.

La serata si è inaugurata con l’Inno di Mameli eseguito dalla banda della Marina Militare, e tutto sommato sembrava procedere speditamente. Sembrava. Fra Gaia passione frange (la moda mocho impazza quest’anno), “Little Fiorello” che omaggia il grande Little Toni, abbiamo scoperto ufficialmente che Sanremo 2022 non sarà condotto dalla coppia Amadeus-Fiorello “In bocca al lupo a chi verrà il prosimo anno. – ha affermato Fiorello- Gli auguro un festival pieno, ma deve andare malissimo“.

Nei corridoi intanto, si vocifera di un probabile Sanremo firmato Cattelan, che è appena passato in Rai per la conduzione di un programma su Rai1. Staremo a vedere.

Questo è stato un Festival che “ci ha provato”: molto attento agli umori e ai commenti, ha cercato di accontentare il pubblico correggendosi in corsa. Esempi sono stati la questione dei palloncini, o quella dei mazzi di fiori che magicamente, dopo 70 edizioni regalati solo alle donne, vanno bene anche per gli uomini. Ci abbiamo messo solo quasi un secolo a scoprirlo, dopo tutto.

Il punto è che la comunicazione è cambiata, l’attenzione del pubblico è diversa, e questo Festival ha avuto il pregio di accorgersene dopo gli errori dell’anno scorso; certo, siamo ancora ben lontani dalla perfezione, soprattutto sulla rappresentazione della disabilità, ma si può sempre migliorare.

La super ospite Ornella Vanoni intanto, ha dato una lezione di stile e di capacità canore dall’alto dei suoi 86 anni: un po’ lunghetta come esibizione, ma le perdoniamo tutto. “Vi vedo sfatti. Siete tutti sfatti.” ha detto rivolta all’orchestra. Anche noi lo siamo Ornella.

L’ospite fisso Ibrahimovic ha portato un monologo sulla sua carriera, e di come l’Italia rappresenti per lui una seconda casa. La giornalista Giovanna Botteri ha parlato del Covid e di come è stato viverlo in Cina durante il lockdown. Co-conduttrice l’attrice Serena Rossi, e ospite anche Tecla Insolia, protagonista della fiction su Nada che andrà in onda su Rai1 e che l’anno scorso era presente nelle nuove proposte di Sanremo.

Due i momenti trash divertenti della serata: Amadeus che chiede a BugoBugo hai qualche lamentela?” e lui risponde “A questo giro no“. E Max Gazzè, novello Clark Kent, che diventa “supergazzè” per gettarsi sulle poltroncine rosse, cadere, ribaltarsi, inciampare, e farci ridere di cuore.

Intanto Amadeus ha voluto ringraziare il suo compagno di avventure Fiorello, conferendogli il Premio Città di Sanremo, che Fiorello ha poi dedicato a tutti i lavoratori dietro la macchina sanremese.

Federica Pellegrini e Alberto Tomba hanno rappresentato la quota sportiva, ricordandoci delle Olimpiadi di Milano-Cortina del 2026, e che sarà il pubblico a poter scegliere il logo della manifestazione.

Far esbire Umberto Tozzi, Michele Zarrillo, Riccardo Fogli e Paolo Vallesi ad un orario così tardo, ci ha ricordato che stavamo guardando Sanremo. Così come l’originale esibizione di Dardust (re Mida della musica che ha collaborato alla creazione di molte delle canzoni in gara), alle 2 di notte, è stata una cattiveria per lui e per noi.

Achille Lauro ha portato forse la sua esibizione migliore vocalmente, un po’ melanconica ma sicuramente d’impatto.

Gli outift dell’ultima serata sono stati molto più convincenti dei precedenti, anche se abbiamo notato l’affinità con i matrimoni: Achille Luro prima, e poi Madame con il velo e La rappresentante di lista con un gigantesto abito-nuvola bianco che ha richiesto un po’ di braccia per essere spostato.

Cosa ricorderemo di questo Festival? Forse proprio la moda opinabile, i siparietti dimenticabili con Ibrahimovic, le battute puerili di Fiorello, gli orari improponibili. Le canzoni? Qualcuna sì, fra chi girerà fissa in radio e chi sulle spiagge in estate.

E’ stato un festival pieno di giovani ma quasi tutti della stessa “scuola”, con una presenza femminile accettabile (quando torneranno a vincere le donne a Sanremo? Mistero).

Si può dare di più” per citare Tozzi, intanto teniamo allenati i polpastrelli per maggio: seguiremo su Twitter l’Eurovision Song Constest che si terrà a Rotterdam. E quest’anno coi Maneskin, forse, “ci ripigliamm tutt chell ch’è nuost“.