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Asili nido, e non solo: i lavoratori contro la Regione Puglia

LECCE – “Servizi educativi per l’infanzia e l’adolescenza a rischio a causa dei ritardi accumulati dalla Regione Puglia: intervenga subito il presidente Emiliano”. Lo chiedono le segreterie territoriali di Fp-Cgil e Uiltucs-Uil di Lecce, che rilanciano il grido d’allarme delle cooperative sociali – Confcooperative Federsolidarietà, Legacoop Sociali, Fism, Forum Terzo Settore e Acsemi Puglia – preoccupate per i gravi ritardi nell’erogazione dei fondi spettanti a circa 500 asili nido e strutture private che si occupano dei Servizi educativi per minori in Puglia a supporto delle fasce più deboli della popolazione. Di queste, una cinquantina si trovano in provincia di Lecce e occupano centinaia di lavoratori (soprattutto donne).

“Senza fondi, queste strutture non possono fatturare le loro prestazioni a causa dei ritardi della Regione e dunque pagare il personale”, denunciano i segretari generali provinciali Fiorella Fischetti (Fp Cgil) e Antonella Perrone (Uiltucs). “Il problema – spiegano – nasce dall’istruttoria ancora in corso per l’iscrizione a catalogo delle Unità di offerta che erogano servizi per l’infanzia in Puglia ed il conseguente riconoscimento del voucher di conciliazione alle famiglie richiedenti. L’anno educativo è iniziato a settembre – rimarcano – e, inverosimilmente, a fine gennaio non si hanno ancora i riscontri dell’istruttoria regionale sulle strutture da iscrivere a catalogo e conseguentemente sull’abbinamento minori/servizi. Una situazione che sta danneggiando anche le famiglie che, a quasi metà anno, non sanno se la loro domanda di riconoscimento del voucher sia stata accolta o meno.  Intanto le aziende sostengono da settembre i costi del Welfare pugliese, senza certezze e senza previsioni attendibili sulle tempistiche per la risoluzione della vicenda”.

I sindacati invocano quindi l’intervento del governatore pugliese Michele Emiliano e del neo assessore al Welfare Rosa Barone: “Dal prossimo febbraio, non essendo più in grado di anticipare ulteriori risorse per garantire il servizio di cura dei minori accolti, queste strutture si vedranno costrette ad addebitare alle famiglie il costo intero della retta. Ciò comporterà, verosimilmente, la rinuncia di molte famiglie e il conseguente licenziamento del personale. Per queste ragioni – concludono Fischetti e Perrone – occorre intervenire con urgenza per risolvere questa delicata situazione nel più breve tempo possibile, affinché non siano i lavoratori e le famiglie a pagare per gli ingiustificati ritardi della Pubblica Amministrazione”.