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Il Lecce si sveglia alla fine. Mancosu-Rodriguez agguantano il pareggio

Punto d’oro per il Lecce che riesce a recuperare nell’ultimo quarto d’ora due gol all’Empoli capolista, frutto della grinta della squadra e grazie ai cambi proposti da Corini nel corso del secondo tempo

Bisogna ammettere che per settanta minuti è stata una lezione di calcio del giovane tecnico Dionisi contro il più affermato tecnico giallorosso, facendo sembrare il divario delle due rose abissale sebbene gli organici siano equivalenti in termini di valore teorico. L’Empoli è stato corto sul campo, dominando il possesso di palla e non permettendo mai ai giallorossi di ripartire. Sembrava di vedere la classica sfida tra una matricola di A e una grande del calcio italiano nella quale Corini ha dimostrato di temere gli avversari sin dalla lettura delle formazioni ufficiali. Infatti, il tecnico leccese ha deciso di mandare in campo dall’inizio una mediana di contenimento con Majer e il neoacquisto Nikolov al fianco di un Tachtsidis, imbrigliato da subito nel pressing toscano. Quasi un controsenso rispetto al passato quando Corini rischiava due mezz’ali a supporto del greco pur schierando due punte pure. Oggi, invece, mancava Coda, e la scelta di Corini è stata quella di accompagnare Stepinski con due trequartisti, ma senza centrocampista che potessero andare in profondità. Mancosu ed Henderson sulla carta avrebbero dovuto giocare tra le linee della difesa avversaria, ma in realtà nel primo tempo vedevano poco la palla anche quando si allargavano per provare ad allentare la stretta maglia difensiva.
In pratica il Lecce si è affacciato la prima volta dalle parti di Brignoli alla mezz’ora quando Mancosu, lanciato sul filo del fuorigioco, sbaglia il cross sul secondo palo. Prima di allora in campo c’era stato solo l’Empoli, anche se il gol giungeva al 33’ con Haas, abile a girare in porta uno schema d’angolo. Solo negli ultimi cinque minuti della frazione i giallorossi provavano ad affacciarsi con maggiore insistenza nella trequarti avversaria, ma l’unico sussulto arrivava dal un tiro “masticato” da Henderson.
All’intervallo il Lecce andava comunque sotto di un solo gol, lasciando aperta la speranza di vedere un secondo tempo differente. Speranza che sembrava evaporare dopo un minuto nella ripresa, quando Majer si addormenta in marcatura e Bajrami può servire un assist facile per l’ex La Mantia che non esulta per il gol.
Corini prova a mischiare le carte togliendo Henderson, Nikolov e Majer e inserendo la punta iberica Rodriguez, Bjoerkengren e Listkowski, per il classico 4-3-1-2. L’inerzia del match non cambia subito, con l’Empoli padrone del campo e con Gabriel sugli scudi per evitare che il punteggio possa prendere proporzioni umilianti. Fa anche il suo esordio Hjulmand, che prende il posto di Tachtsidis, e con il nuovo play negli ultimi venti minuti il Lecce riesce finalmente ad avere un cambio di passo. Mancosu si rende prima pericoloso su calcio piazzato e poi segna il gol della speranza a dodici minuti dal termine. L’azione parte sulla destra con Listkowski che serve al centro un assist perfetto per il trequartista sardo che insacca con un rasoterra preciso.
A quattro dalla fine è Rodriguez ad avere sulla testa la palla del pareggio, ma la spreca girando la sfera in curva. Il gol però è nell’aria e arriva due minuti dopo con lo stesso giocatore spagnolo. Mancosu prende palla ai limiti dell’area e serve Rodriguez che, sull’uscita di Brignoli, lo fulmina per il pareggio insperato sino a dieci minuti prima.
A fine gara l’esultanza del gruppo squadra è stato pari a quello visto per delle vittorie. Sicuramente l’umore è alto per un pareggio agguantato nel finale, tuttavia bisogna anche fare delle valutazioni che esulano dal risultato. I giallorossi oggi hanno giocato per settanta minuti come se fossero un gruppo senza grinta e senza voglia di imporsi realmente in questo campionato. La sveglia è arrivata solo quando l’Empoli ha pensato di aver già condotto in porto il match e grazie a diversi cambi che sono risultati azzeccati. Gli ingressi del giovane Gallo (molto meglio di Zuta in fase offensiva), di Listkowski e soprattutto quelli di Rodriguez e Hjulmand hanno dato più ritmo ad una squadra che sembrava ormai destinata alla sconfitta.
Si gira, così, alla boa di metà campionato con 30 punti, gli stessi che conquistò due anni fa Liverani (anche se quella squadra giocò una gara in meno). Un punto, quindi, da cui partire per provare a migliorare sensibilmente la classifica nella seconda parte di stagione. Il Lecce dovrà essere una squadra più razionale e meno figlia delle emozioni, negative e positive, che si vivono sul terreno di gioco.

Photogallery a cura di Andrea Stella