LECCE – Vigilia di protesta e rivendicazione per i lavoratori e le lavoratrici della vigilanza privata e gli addetti alla sicurezza. I 54 mesi di trattative non sono stati sufficienti per arrivare all’accordo per il rinnovo del Contratto Collettivo nazionale e la proclamazione dello sciopero nazionale per il 24 dicembre, da parte delle categorie Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, è stata inevitabile. Anche nella provincia di Lecce, gli addetti alla sicurezza incroceranno le braccia per rivendicare più tutele, migliori condizioni di lavoro e adeguamento salariale, come denunciano in una serie di brevi video-interviste pubblicate in queste ore sulle pagine Facebook e siti web degli stessi sindacati.
“Durante questi mesi di emergenza sanitaria – sottolineano i segretari generali provinciali Mirko Moscaggiuri (Filcams Cgil), Carmela Tarantini (Fisascat Cisl) e Antonella Perrone (Uiltucs Uil) – migliaia di lavoratori e lavoratrici della vigilanza privata e addetti alla sicurezza hanno continuato ad operare, oltre che nella normale attività loro propria, anche per collaborare con enti pubblici ed imprese private nella gestione delle procedure di sicurezza. Uno sforzo realizzato spesso in condizioni di precaria sicurezza del proprio lavoro, e con inasprimento del già gravoso impegno quotidiano, senza riconoscimento alcuno. Tutti i tentativi operati dalle organizzazioni sindacali per arrivare ad un accordo si sono scontrati con la netta ritrosia delle associazioni datoriali, il cui unico obiettivo è la conservazione e, persino, il peggioramento delle norme del rapporto di lavoro con la negazione di qualunque riconoscimento salariale”.
Una strategia perseguita da anni che ha portato il settore a ridursi ad una “giungla selvaggia”, nella quale livelli di concorrenza imbarbariti, appalti al massimo ribasso, “pirateria contrattuale”, violazioni di norme per l’esercizio dell’attività si scaricano sulla vita delle guardie particolari giurate e degli addetti alla sicurezza.
Le tre categorie Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs nazionali, insieme ai segretari generali di CGIL-CISL-UIL, hanno inviato nei giorni scorsi una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e ai ministri Luciana Lamorgese e Nunzia Catalfo per chiedere un incontro in cui poter approfondire anche i temi che affliggono il settore sotto il profilo regolamentare.